La fine dell’anno porta con sé un raffreddamento del clima di fiducia delle imprese cuneesi. È quanto emerge dall’indagine congiunturale di previsione per il quarto trimestre 2018 realizzata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo nel mese di settembre su un campione di 300 imprese. I dati sono stati diffusi oggi – venerdì 19 ottobre, ndr – nel corso della conferenza stampa svoltasi nella sede degli industriali cuneesi. Frenano, in particolare, le attese sull’export che passano dal +9% della passata rilevazione al -1,2%. Peggiorano le condizioni di redditività, negative già nel terzo trimestre, mentre restano positivi, ma in riduzione, gli indicatori relativi a produzione, ordini interni e occupazione. Il ricorso alla cassa integrazione sale di circa 4 punti, mantenendosi comunque a livelli quasi fisiologici. Si attesta su livelli di ciclo normale il tasso di utilizzo degli impianti. A livello settoriale, le indicazioni più favorevoli giungono dall’alimentare e dalla metalmeccanica. Torna a mostrare segni di difficoltà l’edilizia, dopo l’exploit del mese di giugno. Per i servizi la fine dell’anno si preannuncia positiva, con saldi ottimisti-pessimisti su valori elevati soprattutto per livelli di attività, ordini e occupazione. Durante la presentazione dei dati, i vertici di Confindustria Cuneo hanno fornito alcune valutazioni sulla bozza del Def (Documento di economia e finanza) e sulle potenziali ricadute sulle imprese.
“Il passo indietro registrato nella precedente nota congiunturale, si fa più marcato per l’ultimo trimestre dell’anno – spiega il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola –, complice il contesto macroeconomico globale di progressivo rallentamento, come già evidenziato a luglio scorso. Le prospettive sono complessivamente positive per l’economia mondiale, tuttavia la crescita delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina offusca il quadro di previsione. La crescita nell’Area euro si è attestata sui livelli del primo trimestre, dissipando i dubbi su una possibile frenata, ma confermando un minor vigore rispetto al 2017. Si mantengono le buone condizioni di finanziamento e il graduale recupero dell’occupazione, ma i rischi connessi alle elezioni europee della prossima primavera incrinano la fiducia. Per l’Italia, i dati del secondo trimestre e il trend registrato nei mesi estivi disegnano un quadro di netto rallentamento dell’attività economica. Rispetto all’1,6% di fine 2017, la crescita è scesa all’1,2%. L’inasprimento del clima di fiducia si registra, seppur più moderato, anche a livello piemontese”.
Aggiunge il direttore Giuliana Cirio: “Nel manifatturiero emerge un sensibile raffreddamento delle attese su produzione, ordini totali e occupazione. I saldi sulla produzione passano da +12% a +7,1%, quelle sugli ordini totali da +10,3% a +3,5%, da +9,2% a +2% per l’occupazione. L’indicatore più penalizzante è l’export il cui saldo, che nel terzo trimestre era pari al +9%, scende al -1,2%. Circa il 15% delle imprese esportatrici reputa che le vendite oltre confine subiranno un calo nel corso del quarto trimestre. Il tasso di utilizzo degli impianti si attesta su livelli di ciclo normale (75%). Peggiorano le condizioni di redditività, già negative nel terzo trimestre (da -1,1% a -7,1%), mentre torna a salire il ricorso alla Cig che interessa ora il 7,6% delle aziende (3,9% nel terzo trimestre). Si ridimensiona la propensione agli investimenti (dal 28% al 22,2%), stabile la composizione del carnet ordini. Pressoché invariati i tempi medi di pagamento (79 giorni, 90 per chi opera con la PA)”.
Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, nell’analizzare il quadro a livello settoriale ha illustrato come le imprese alimentari esprimano attese sempre favorevoli, ma più contenute rispetto a giugno. Clima di fiducia positivo anche per il metalmeccanico e la chimica e gomma-plastica. In controtendenza l’edilizia che, dopo il boom del terzo trimestre, torna a mostrare segni di difficoltà. Le imprese dei servizi si attendono un quarto trimestre favorevole con saldi ottimisti-pessimisti positivi soprattutto per i livelli di attività, gli ordini e l’occupazione. Non decollano, tuttavia, gli investimenti che subiscono una nuova battuta d’arresto. A livello settoriale, si confermano espansive le attese nel terziario innovativo; si consolida il sentiment tra le aziende dei trasporti e logistica e dei servizi commerciali e turistici. Più caute rispetto allo scorso trimestre le attese delle imprese del comparto utilities.