Sono 1 miliardo di euro all’anno i danni stimati da Coldiretti all’agricoltura italiana causati dalla siccità che rappresenta l’evento climatico più avverso, stima che rafforza l’allarme lanciato nel rapporto Fao sugli effetti delle calamità naturali sul settore soprattutto concernenti quantità e qualità dei raccolti.
Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%.
“Un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui, con l’emergenza Covid, l’acqua – spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale Coldiretti Cuneo – è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione.
Per cogliere una opportunità unica, abbiamo elaborato e proposto per tempo, un progetto concreto immediatamente cantierabile per risparmiare acqua, aumentando la capacità di irrigazione e incrementando la disponibilità di cibo per le famiglie, con la massima attenzione verso l’ambiente e con lo scopo di generare nuove opportunità lavorative. Si tratta di un’esigenza resa necessaria dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza d’acqua”.
Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di costruire, senza uso di cemento, per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservino l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
“Serve un cambio di mentalità – conclude Moncalvo – ovvero passare ad una cultura della prevenzione con opportuni interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso opere infrastrutturali.
“Il territorio della Granda – sottolinea Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – è fortemente vocato realizzazione di questi piccoli invasi per i quali è possibile vedere un inserimento ambientale assolutamente compatibile con paesaggio e ambiente. Il piano di Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Unione europea per il 2030”.