Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Coldiretti Piemonte.
Ennesimo grave incidente, addirittura mortale, nel tratto novarese dell’autostrada A26, questa notte a causa di due grossi cinghiali che stavano attraversando la carreggiata. Un urto violentissimo e l’auto è finita fuori strada con due passeggeri morti ed il terzo ferito. E’ quanto denuncia Coldiretti Piemonte nel commentare la situazione sempre più preoccupante per la sicurezza dei cittadini. In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici e oltre otto italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando
personale specializzato per ridurne il numero. “Già nel lockdown, con lo stop alla caccia di selezione e con meno gente a presidiare i territori, si era verificata una vera invasione della fauna selvatica nelle nostre campagne fino addirittura alle porte delle città e sulle strade principali – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale - mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini, di chi trasportava generi alimentari e dei soccorsi medici. Con la riapertura della caccia di selezione certo non è cessata l’emergenza che, oltre all’incolumità delle persone, mette in gioco i raccolti, frutto del
lavoro dei nostri imprenditori che, nonostante le difficoltà, non si sono mai fermati e hanno continuato a produrre cibo. Oltretutto non possiamo dimenticare anche le aggressioni ai greggi da parte di lupi e animali selvatici che, dalla montagna, ormai sono scesi nelle aree collinari, mettendo in serio pericolo e difficoltà le imprese agricole e la popolazione. Sono urgenti, quindi, misure di contenimento – aggiungono Moncalvo e Rivarossa – per evitare incidenti mortali, come quello odierno, per garantire i raccolti e per non lasciar morire i pascoli costringendo alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le nostre montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati in agricoltura con un forte impegno verso la tutela la biodiversità. Serve, dunque , responsabilità nella difesa, da parte delle istituzioni e degli organi competenti, degli allevamenti, delle imprese e dei pastori che – concludono– con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città”.