“Si ripartirà soltanto quando avremo vaccinato tutti: vincerà non chi prenderà prima i soldi del Recovery ma chi vaccinerà prima la sua popolazione”: così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, in video collegamento durante il roadshow sui fondi europei nella Granda organizzato alla Camera di Commercio di Cuneo.
Domani in giunta, anticipa il governatore, verrà deliberata l’apertura delle vaccinazioni anti-Covid a tutto il mondo della sanità privata, alle farmacie e alle Rsa che dispongano di spazi esterni e indipendenti. Dalla settimana prossima sarà la volta dei medici di medicina generale, in base all’accordo approvato: gli ultrasettantenni potranno così ricevere l’iniezione anche presso il dottore di famiglia.
“Insieme al Friuli - precisa Cirio - siamo la regione col maggior rapporto per vaccini sulla popolazione e una di quelle che hanno inoculato più dosi in assoluto: entro fine marzo raggiungeremo le 20mila dosi al giorno solo per la sanità pubblica”. In questi giorni, poi, si punta a potenziare ancora di più quello che il presidente ha definito l’”esercito del vaccino”: “Lanceremo una campagna che richiama il celebre manifesto per l’arruolamento dell’esercito americano ‘I want you’. È rivolta a medici e infermieri in pensione che in gran numero hanno già offerto la loro disponibilità”. Nel frattempo è giunta la notizia dell’autorizzazione del vaccino Johnson&Johnson da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema): le prime dosi arriveranno in Italia ad aprile ed è una buona notizia in ottica di una velocizzazione della campagna anche perché si tratta di un vaccino che richiede un’unica inoculazione.
Le difficoltà sul fronte dell’emergenza sanitaria non mancano: il Piemonte, che ha stabilito ieri la sospensione dei ricoveri non Covid e delle attività ambulatoriali, ha un Rt in crescita a 1,41. Molto al di sopra dell’1,25 che in base alle ultime disposizioni determina il passaggio in “zona rossa”: “L’indice è alto ed è per questo che ho anticipato, pur con dolore, la chiusura delle scuole. In questa seconda ondata il virus sta colpendo di più il Piemonte occidentale, al contrario di quello che era accaduto lo scorso anno: è il frutto anche della vicinanza con la Liguria e il confine”.
Novità anche per quanto riguarda i fondi europei: “Abbiamo spuntato una dotazione finanziaria di circa 900 milioni in più rispetto a chi ci ha preceduto sui due fondi: chiuderemo a 2 miliardi e 700 milioni” annuncia a questo riguardo Cirio. La Regione punta a chiudere l’accordo di partenariato ad aprile e ad approvare entro dicembre il piano operativo per il Fondo sociale e il fondo europeo di sviluppo regionale.
Con Roma, invece, la partita aperta riguarda le infrastrutture, a cominciare dal progetto di ricostruzione della galleria del Tenda: “I francesi hanno già stanziato le risorse, io invece non ho ancora un interlocutore” lamenta il numero uno di piazza Castello, che ribadisce a Draghi l’urgenza di sbloccare lo stallo sulla variante di Demonte dove permane il conflitto tra il via libera dato dal ministero dell’Ambiente e il niet del ministero dei Beni culturali legato alla presenza di fortificazioni storiche in zona. Insieme a questi temi, la Regione preme su una serie di altri interventi: il completamento delle tangenziali per quanto riguarda le sette sorelle, le opere di compensazione della Asti Cuneo, i collegamenti dell’Alta Langa e quelli con la Liguria, nonché gli interventi in favore impianti di risalita che saranno a loro volta oggetto di previsioni specifiche nel Recovery Plan.