CUNEO - Sono 38.300 le assunzioni previste ad aprile dalle imprese piemontesi: le professioni più ricercate

Il trend appare positivo a livello mensile, con 1.240 entrate in più rispetto a settembre 2023, ma negativo su base trimestrale

11/09/2024 17:01

Sono circa 38.300 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per settembre 2024, valore che sale a 98.350 se si considera l’intero trimestre settembre-novembre 2024.
 
Il trend appare positivo a livello mensile (+1.240 entrate rispetto a settembre 2023, per una variazione tendenziale del +3,4%) e negativo su base trimestrale (-340 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). A livello complessivo nazionale si registra una crescita meno intensa rispetto a settembre 2023 (+1,3%) e una sostanziale stabilità sul corrispondente trimestre del 2023 (+0,1%).
 
Le entrate in Piemonte a settembre 2024 rappresentano il 21,8% delle 176.100 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 7,1% del totale di quelle nazionali (538mila circa).
 
Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 14-31 luglio 2024.
 
Il 55,3% delle assunzioni programmate per il mese di settembre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 22,9% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 21,8% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).
 
Il 77,1% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in crescita di poco meno di due punti rispetto ad agosto 2024), il 16,7% lavoratori somministrati (percentuale in netto calo), il 2,1% collaboratori e il 4,1% altri lavoratori non alle dipendenze.
 
La domanda di lavoro anche a settembre 2024 è sostenuta dai contratti a tempo determinato con il 65% delle entrate programmate (in aumento di tre punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 26% dei casi (in crescita di un punto su agosto 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 7% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 2% del totale complessivo regionale.
 
Delle 38.300 entrate previste in Piemonte nel mese di settembre 2024 il 22% è costituito da laureati (quota in aumento di 10 punti rispetto ad agosto 2024), il 26% da diplomati (in calo di due punti sul mese precedente), le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 32% (-7 punti su agosto) e il 18% (stabile).
 
Considerando i dati del trimestre settembre-novembre 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 68.070 entrate, il 69,2% del totale (+1.950 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 30.280 entrate, generando il 30,8% della domanda totale e segnando un calo di circa 2.290 unità rispetto al periodo settembre-novembre 2023. Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 98.350 entrate previste nel trimestre settembre-novembre 2024 è quello dei servizi alla persona, con 16.330 ingressi (16,6% del totale); seguito dal commercio, con 14.790 entrate e una quota del 15,0% del totale e infine dal turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), settore per il quale le imprese intervistate presumono di dover effettuare 13.490 assunzioni (il 13,7%).
 
All’interno del comparto industriale si distingue, ancora una volta, il settore edile, con 7.580 entrate previste nel periodo in esame e una quota del 7,7% del totale.
 
Il 22% delle entrate previste a settembre 2024 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 26% a dirigenti, specialisti e tecnici (in crescita di otto punti sul mese precedente). Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 27% delle entrate e solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici, in fine, costituiranno il 16% delle assunzioni del mese.
 
Poco più di un’assunzione su tre (34%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 21% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.
 
Per il 61,9% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 25,4% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 13,2% coordinerà altre persone.
 
Il 48% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, il 15% nelle aree commerciali e della vendita e una quota del 13% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà il 13% circa delle assunzioni programmate per il mese di settembre 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno rispettivamente una quota pari al 4% e 7%.
 
Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a settembre è difficile da reperire il 49,2% dei profili ricercati, in linea sia rispetto ad agosto 2024, sia rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La difficoltà di reperimento in Piemonte appare, tuttavia, superiore rispetto a quanto si riscontra a livello complessivo nazionale (47,2%).
 
Le difficoltà di reperimento sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (34,5%, in calo rispetto a settembre 2023), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (11,1%, in lieve aumento rispetto a un anno fa).
 
Scendendo nel dettaglio delle singole figure, le problematiche maggiori riguardano i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili, per cui le imprese prevedono 930 assunzioni, l’84,5% delle quali è però di difficile reperimento e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, gruppo professionale per il quale le imprese stimano 1.130 nuove assunzioni, di cui 8 su 10 rischiano però di rimanere scoperte.
 
Le aziende piemontesi lamentano difficoltà di reperimento di gran lunga superiori alla media anche per tecnici della salute (74,7%), fabbri ferrai costruttori di utensili (74,2%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (74,1%), conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (72,3%) e ingegneri (68,6%).
 
Nel dettaglio dei titoli di studio, la ricerca di personale laureato sarà difficoltosa per una quota (49,5%) in linea a quella media regionale; tra gli indirizzi che presentano le criticità maggiori si individuano quelli chimico-farmaceutico (85,9%), sanitario e paramedico (80,0%) e linguistico, traduttori e interpreti (61,5%).
 
Le imprese lamentano elevata difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 71,1% in deciso aumento rispetto al dato di agosto, quando il 57,2% delle figure richieste rischiava di rimanere scoperto).
 
A livello secondario si riscontrano mediamente problematicità (49,1%) analoghe a quelle riscontrate a livello complessivo regionale, anche se esistono notevoli differenze a seconda degli indirizzi di studio. Le difficoltà maggiori riguardano gli indirizzi meccanica, meccatronica ed energia (69,5%), produzione e manutenzione industriale e artigianale (67,1%), elettronica ed elettrotecnica (66,2%), agrario, agroalimentare e agroindustria (63,4%).
 
Difficoltà di reperimento inferiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (48,4%). Anche in questa circostanza esistono, tuttavia, alcuni indirizzi con particolari problematicità: si tratta di quelli elettrico (77,8%), edile (76,2%), riparazione dei veicoli a motore (73,9%), tessile e abbigliamento (69,2%).
 
 
 
 

c.s.

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