Questa volta i consiglieri comunali cuneesi non hanno dovuto fare molta strada per trovare un argomento di discussione. Il “caso”, portato alla luce in due diverse interpellanze, riguarda infatti una ristrutturazione effettuata proprio sul palazzo di fronte al municipio, al civico 21 di via Roma.
Appena sotto il tetto di palazzo Trasciatti - noto anche come “palazzo bianco” - si contano cinque abbaini in costruzione, ben visibili dalla strada. Con un impatto estetico di non poco conto, per chi si trovi a passeggiare lungo l’antica via maestra. “Un obbrobrio” tuona Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, in piena concordia con Beppe Lauria (Indipendenza!) che dal lato opposto dell’assemblea deplora “la schifezza di quegli abbaini costruiti con nessuna coerenza e nessuna logica”. Dire che quel che si intravede dai portici del municipio non sia una meraviglia in effetti è un eufemismo, per quanto la ristrutturazione non sia ancora terminata: “Occorrerà che entro il termine dei lavori la cromia sia resa uniforme alla facciata del palazzo” fa sapere l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale, rispondendo a entrambi.
Il punto è che il Comune non può farci nulla:
“Il fabbricato non è tutelato dalla Soprintendenza, pertanto gli interventi, per quanto attiene il profilo storico-estetico, sono stati sottoposti al parere preventivo della commissione locale del paesaggio”. Parere che è arrivato ad agosto 2022, dopo cinque sedute durante le quali i commissari hanno discusso i vari aspetti dell’“intervento con recupero dei sottotetti a fini abitativi”. Oltre a questo, la legge regionale 7 del 2022 - la stessa che blocca tuttora l’
intervento sull’ex Policlinico, per intenderci -
“prevale sulle disposizioni normative e regolamentari del piano regolatore e dei regolamenti edilizi”. Spedale rileva inoltre che, come previsto,
“non sono stati realizzati abbaini su ogni finestra di prospetto: su sette finestre esistenti sono stati realizzati cinque abbaini, in simmetria e non oltre l’ingombro delle aperture sottostanti”.
“Forse, - obietta Lauria - anche se sono scappati tutti i buoi, dovremmo dotarci di qualche strumento che ci permetta di dire ‘no grazie’: l’asse centrale è stato deturpato da un fiorire di abbaini. Fossero stati fatti almeno in linea con le caratteristiche degli edifici, ma proprio non c’entrano nulla”. “Questa giunta ama abbattere gli alberi, ma nello stesso tempo lasciar costruire abbaini su tutti i tetti della città” attacca Sturlese, appellandosi anche alla commissione paesaggio: “Chiedo che riveda questo progetto e veda in che modo corrisponde con le indicazioni: non è possibile che venga consentito uno sfregio del genere a uno dei monumenti più belli della città”.
Il dibattito riporta a quello di un decennio fa su un altro edificio storico, casa Galimberti: anche lì gli abbaini furono poi costruiti, con poco riguardo per l’estetica secondo gli oppositori. Da Lauria arrivano due analoghe segnalazioni: una riguarda il restauro incompiuto della scritta “Regie Poste” sul palazzo delle Poste centrali di via Bonelli,
già oggetto di interrogazione.
“L’intervento riprenderà quanto prima e verrà effettuato il reintegro” assicura l’assessore. Poi c’è palazzo Lovera, oggetto a sua volta di una “sopraelevazione”:
“È vincolato dalla Soprintendenza - conferma Spedale -
e quindi ogni intervento edilizio è soggetto al parere di questo ente. È stata presentata un’ulteriore richiesta per l’installazione dei pannelli fotovoltaici e abbiamo avuto una risposta”.