La paura del domani continua a imperversare tra i lavoratori Auchan. Nella mattinata di oggi, lunedì 23 dicembre, i sindacati sono tornati davanti al centro commerciale di Cuneo per chiedere delle risposte sulla riorganizzazione della forza lavoro dopo il passaggio di 154 punti vendita della catena francese a Conad, in un’operazione da oltre un miliardo di euro e che comporterebbe oltre 3 mila esuberi. Una ventina di persone, ‘armate’ di bandiere e volantini, hanno presidiato all’ingresso principale di via Margarita dalle 10 alle 13, in concomitanza con scioperi e manifestazioni che hanno riguardato altri punti vendita nello stivale. Tra i presenti al presidio il segretario provinciale di Filcams Cgil Ivan Infante, Antonio Aloisio della Fisascat Cisl e Fabio Bove per Uiltucs.
Per quanto riguarda il punto vendita di Cuneo le sigle sindacali sono scettiche sulle rassicurazioni fatte ai dipendenti nell’ultima assemblea plenaria dello scorso mercoledì 18 dicembre, nella quale il direttore ha garantito la ‘"Continuità occupazionale”, spiegando che il passaggio definitivo da Auchan a una controllata di Conad è slittato da gennaio a primavera, senza però dare ulteriori spiegazioni. “Tutto sarebbe rimandato a una data ignota di aprile - spiega Ivan Infante -. Le informazioni sono contraddittorie, non c’è un piano industriale chiaro”. L’incontro è avvenuto il giorno successivo all’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico tra i rappresentanti dei sindacati nazionali e Conad, conclusosi con un nulla di fatto.
Secondo indiscrezioni interne l’ipermercato cuneese avrebbe dovuto chiudere dal 7 al 22 gennaio, per consentire i lavori interni dal marchio francese a Conad, ma è tutto rinviato. Sul trasferimento pende però la spada di Damocle dell’Antitrust, che potrebbe bloccare tutto: Cuneo rientra nei punti vendita nel mirino dell’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato perché, così come in molte province italiane, anche nella Granda Conad supererebbe la soglia del 25 percento della metratura complessiva, correndo il rischio di soffocare i concorrenti. L’organo collegiale di piazza Verdi si pronuncerà entro il prossimo lunedì 20 gennaio.
Tra i dipendenti più accorti serpeggia il sospetto che lo slittamento a primavera della chiusura e del passaggio definitivo sia dovuto all’attesa per la sentenza, ma il timore più grande riguarda il futuro dei lavoratori. L’incertezza che si aggiunge a una situazione piuttosto confusa e difficile da comprendere per i dipendenti. A livello nazionale si è parlato di oltre 3 mila esuberi, ai quali si aggiunge il personale di logistica, appalti e subappalti. Al momento, come detto, i numeri guardano solamente alla situazione italiana e non ci sono dati per quanto riguarda Cuneo. Intanto all’interno del Centro Commerciale c’è fermento. Spiega Margherita Lo Cascio, Rsa della Cisl: “Tra i 144 dipendenti c’è incertezza e preoccupazione, si lavora con l’ansia nonostante le rassicurazioni”.