"L'ecologismo a tutti i costi sta generando mostri, lo abbiamo visto con il mercato immobiliare, con la direttiva efficienza energetica, e lo vediamo col mercato dell'automotive”. Così la deputata piemontese di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro commenta lo stop delle automobili a benzina e diesel nel 2035, a favore dell’elettrico.
“I tempi e i modi che l'Unione impone per arrestare auto a benzina e diesel nel 2035 rischiano di non avere alcun riscontro con la realtà non solo in Italia ma nell'intera Europa. Non ci sono i tempi per riconvertire il sistema industriale e i costi della componentistica di auto elettriche ed ibride le rendono ancora appannaggio di pochi, inaccessibili a i ceti meno abbienti della popolazione”.
“Questa decisione è un clamoroso autogol della sinistra. Come ha giustamente dichiarato il ministro Urso, con queste modalità e tempistiche, sono a rischio in Italia migliaia di posti di lavoro, un serio problema che stride con quella che deve essere la reale natura dell'Ue. Un errore che avrà come unica conseguenza quella di rafforzare la Cina e le sue imprese”.
Prosegue l’onorevole Ciaburro: “Pechino continuerà a inquinare, bruciando carbone e arricchendosi con i nostri soldi. Noi resteremo impantanati da misure allucinanti che ci taglieranno fuori dal mercato dell'auto e che provocheranno solo danni alla nostra economia. ll ministro Adolfo Urso ha dimostrato al Tavolo con Stellantis e con i sindacati, una discontinuità rispetto al passato nell'interlocuzione con l'azienda e una forte affermazione del ruolo dell'Italia nel confronto internazionale in tema di automotive. Una politica coraggiosa e attenta ai territori dove insistono gli stabilimenti di produzione delle auto, con una visione di transizione che sia rispettosa dei livelli occupazionali e consenta una riconversione intelligente e oculata. L'impegno del Ministro sarà quello di tutelare nelle sedi competenti, a Bruxelles e con i partner europei, gli interessi della filiera automotive e quindi dell'occupazione della nostra Nazione. Senza dimenticare l’importanza del mercato dell’auto per il Piemonte”.
“La filiera automotive italiana - conclude Monica Ciaburro - vale il 20% della produzione industriale nazionale, oltre a rappresentare un'eccellenza mondiale con marchi di grande pregio che tutto il mondo ci invidia, l'omologazione ecologista non guarda a criticità su cui tutti si coprono gli occhi, come le modalità di smaltimento delle batterie o il fatto che la produzione di veicoli elettrici altro non fa che delocalizzare l'impatto ambientale da un'altra parte, ma non risolve il problema. Ci sono poi soluzioni alternative all'elettrico, come l'idrogeno, biocombustibile e biometano, una visione veramente responsabile deve abbracciare queste tecnologie ed accompagnare una transizione senza imporla. Le prossime elezioni europee saranno uno scontro tra due visioni del mondo differenti e l'ultima opportunità di arrestare una ideologia che non tiene alla sostenibilità economica e sociale del nostro modello economico".