È ancora piena emergenza per gli allevatori suinicoli della Granda che, anche durante la ‘fase 2’, sono alle prese con il rallentamento dei ritiri da parte dei macelli e con un abbassamento dei prezzi che ne ha già determinato gravi perdite di reddito dal marzo scorso. Su questo problema verte l’allarme lanciato da Coldiretti Cuneo che torna a chiedere con forza lo stop alle importazioni di cosce di suini dall’estero per i prosciutti e una maggiore valorizzazione della carne suina Made in Cuneo da parte dell’industria e della grande distribuzione, “nel pieno spirito #MangiaItaliano”.
Allo scopo si reputa essenziale estendere ai salumi l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta: “Sarebbe un passo in avanti importante nella battaglia per la trasparenza a tutela dei produttori e dei consumatori, che Coldiretti sostiene e porta avanti da anni in Italia e in Europa” dichiara il delegato confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo.
Lo scorso anno Coldiretti ha promosso con Campagna Amica l’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto in 7 Stati membri oltre 1,1 milioni di firme - ben 35.000 nella sola Provincia di Cuneo - per chiedere alle istituzioni UE di estendere l’obbligo dell’origine in etichetta a tutti gli alimenti, superando la contraddizione che oggi vede l’etichettatura d’origine obbligatoria per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per le uova ma non per gli ovoprodotti.
“Informare i consumatori dell’origine delle carni utilizzate per i salumi - sostiene Moncalvo - è un atto dovuto a tutela di una produzione locale d’eccellenza. In Provincia di Cuneo sono 800 le aziende che allevano quasi 900.000 capi con un impegno sempre maggiore per la sostenibilità e una cura sempre più attenta ai dettami del benessere animale, che conferiscono grande qualità e genuinità alle carni, prevalentemente destinate alle filiere del Prosciutto di Parma DOP e del San Daniele DOP”.