Riceviamo e pubblichiamo.
Il presidente Cirio si compiace perché “grazie all’intervento del governo si è evitato il blocco degli Euro 5 in Piemonte”, ma c’è poco da festeggiare. Intanto il blocco dei diesel Euro 5, in spregio a famiglie e imprese, l’aveva imposto proprio Cirio e non un alieno di passaggio in piazza Castello. Dal 2019 c’è stato tutto il tempo per elaborare un piano di tutela dell'aria che prevedesse misure alternative e più efficaci al blocco dei diesel Euro 5. In questi anni Cirio avrebbe potuto realizzare e promuovere diverse iniziative, spesso già finanziate da fondi ad hoc: riqualificazione energetica degli edifici e dell’illuminazione pubblica, utilizzo del cascame termico dei processi produttivi nel riscaldamento, incentivo delle ZONE30, sostituzione di vecchi autobus, incentivi per rottamazione di stufe e mezzi molto inquinanti (Euro 1 e 2), riattivazione delle linee tpl sospese sia su gomma che su rotaia.
Raccontare che lo scivolamento del blocco dei diesel Euro 5 ad ottobre 2024 è una grande vittoria è puerile perché si tratta di appena un anno. Il tempo di andare al voto sperando che gli elettori non se ne ricordino. L’aria della pianura Padana e del Piemonte in particolare rimangono intanto le peggiori d’Europa. Qualcosa bisogna fare e non solo tirare la palla in tribuna. Serve una rivoluzione culturale che zittisca il negazionismo climatico e l’antieuropeismo di maniera e promuova i benefici ambientali e le opportunità economiche di una transizione ecologica graduale e programmata! Lo fanno da anni cittadini ed enti locali grandi e piccoli: può farlo anche il Piemonte. Se a Cirio non interessa lasci ad altri questo impegno.
Segreteria provinciale PD Provincia di Cuneo