VALDIERI - Strade distrutte e passerelle crollate: tutti i danni della tempesta Aline nel Parco delle Alpi Marittime

“Se fossimo un parco nazionale potremmo ricorrere a molti più incentivi” spiega Piermario Giordano, presidente del Parco. Il 31 ottobre se ne parlerà a Torino

Micol Maccario 29/10/2023 07:05

Un’altra alluvione si è abbattuta sul territorio del Parco delle Alpi Marittime tra il 19 e il 20 ottobre. È la seconda volta in pochi anni. La scorsa era avvenuta il 2 e 3 ottobre 2020, era la tempesta Alex e aveva causato danni ingenti al territorio. Ora, tre anni dopo, si ripropone la stessa storia. Poco più di una settimana fa ci sono state piogge con punte di oltre 200 millimetri in poche ore e forti raffiche di vento a causa di quella che è stata chiamata “tempesta Aline”. Ne hanno risentito in particolare i Comuni di Entracque e Valdieri.
 
Ci sono molte strade disastrate, non c’è accessibilità a San Giacomo di Entracque, persistono problemi sulla strada di Sant’Anna alle terme, la strada del Valasco e quella per andare al rifugio Soria Ellena. Poi bisognerà vedere lo stato dei sentieri più su. Ma anche nel bosco delle Navette nel comune di Briga Alta si sono sradicati tantissimi alberi”, spiega Piermario Giordano, presidente del Parco Alpi Marittime.
 
Nello specifico, come si legge sul sito ufficiale del Parco, nel Comune di Entracque il torrente Gesso della Barra è esondato in più luoghi, creando erosioni e smottamenti. Il ponte che permette di raggiungere le colonie e il vallone del Rasur è inaccessibile. Anche l’ex strada Enel che sale verso il rifugio Genova necessiterà di nuovi lavori per tornare a essere utilizzabile come prima. Saranno poi necessari anche interventi più piccoli e mirati nel vallone di Moncolomb e dell’Ischietto-Sabbione. Per quanto riguarda il Comune di Valdieri, ha subito danni la pista ciclabile che arriva a Entracque. Ci sono state frane nella strada del vallone della Valletta e sulla ex strada militare del Valasco. Intasata anche l’opera di protezione e regimazione delle acque nel vallone del Cougnè del Monte Matto.
 
Per far fronte all’emergenza, mercoledì 25 ottobre “abbiamo fatto una riunione con la Regione Piemonte, i Sindaci, l’assessore regionale alla difesa del Suolo Marco Gabusi, il presidente della Provincia Luca Robaldo, il consigliere Vincenzo Pellegrino. Ora quantifichiamo i danni”. La somma da spendere, comunque, si aggira intorno ai 2-3 milioni di euro, ma la cifra esatta si saprà solo appena saranno state fatte tutte le necessarie verifiche.
 
Il problema è che alcune passerelle, come quella di tetto Tanasso, e strade danneggiate erano di recente costruzione, erano state fatte subito dopo l’alluvione del 2020. “È già la seconda volta che succede nel mio mandato, questi sono soldi buttati via. Non possiamo non tener conto che con i cambiamenti climatici cambia tutto. Una volta in montagna in questi mesi nevicava, non pioveva così tanto. Adessi bisogna fare interventi duraturi, sennò spendiamo soldi e dopo è tutto da rifare. Dovremmo intervenire facendo canalette di drenaggio dell’acqua”, continua Giordano. 
 
Il Parco delle Alpi Marittime è un parco regionale, se fosse nazionale sarebbe molto più facile ricorrere ad alcuni incentivi. “Non bisognava fare il percorso Unesco, ma quello per diventare parco nazionale”, dice il presidente. Proprio con questo fine si terrà a Torino a palazzo Carignano una riunione il 31 ottobre per l’avvio delle attività del comitato di cooperazione frontaliera italo-francese istituito dal Trattato di cooperazione bilaterale rafforzata tra Francia e Italia. 
 
“È necessario potenziare i rapporti tra il Parco del Mercantour e il Parco delle Alpi Marittime. Loro però hanno un parco nazionale, noi regionale. Abbiamo convenuto con il presidente della provincia di Cuneo Luca Robaldo e con la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero di presentare la candidatura a parco nazionale, anche se ho già mandato tre lettere al ministro dell’Ambiente. Ma per ora sto aspettando, non ho ricevuto alcuna risposta”, dice Giordano. In questo contesto ha un’importanza cruciale il Gect, uno strumento europeo che ha la finalità di favorire la cooperazione transfrontaliera, in questo caso creando una grande area protetta che includa i due versanti della catena alpina sotto un’unica presidenza che si alternerà ogni tre anni tra Italia e Francia.
 
Il consolidamento del Gect e la sua finalità sono previsti dal Trattato al punto 10, che approfondisce il tema della “cooperazione transfrontaliera”. Grandi ripercussioni ci sarebbero anche sul collegamento dei due territori. Come si legge al punto 10.4, “le parti si adoperano per lo sviluppo sempre più integrato di una rete di trasporti transfrontaliera ferroviaria, stradale e marittima. Esse riconoscono l’interesse strategico dello sviluppo coordinato e sostenibile della mobilità ferroviaria transalpina”. Nella pratica, la proposta sarà quella di istituire il Parco nazionale delle Alpi Marittime e di avviare la procedura necessaria per creare il Parco internazionale Marittime-Mercantour. L’obiettivo poi sarà quello di stilare un programma di lavoro su un arco temporale pluriennale e un calendario di incontri del comitato.
 

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