Per far fronte alle difficoltà di accoglienza dei lavoratori stagionali stranieri in vista delle raccolte nelle nostre campagne, dove tra poche settimane si inizierà con i piccoli frutti, Coldiretti Cuneo ha messo a punto un progetto di sistemazione abitativa e integrazione compatibile con la situazione contingente di emergenza sanitaria.
L’impossibilità di aprire le strutture consolidate negli ultimi anni impone di ripensare in modo nuovo la gestione dell’ospitalità degli stranieri in cerca di lavoro e non inseriti nel sistema dei flussi. Coldiretti Cuneo – che dal 2013 allestisce due campi per rispondere ai bisogni alloggiativi dei braccianti extracomunitari in possesso di regolare contratto, 700 nell’arco di sette anni – ha progettato un modello volto a creare aree di ospitalità all’interno delle singole aziende agricole.
“Posizionare strutture mobili in azienda – spiegano da Coldiretti Cuneo – consentirà la vicinanza dei braccianti al luogo di lavoro, riducendo notevolmente la pressione sociale e il rispetto delle regole di distanziamento sociale. Questa delocalizzazione permetterà anche di prevenire fenomeni di ghettizzazione ed emarginazione sociale; le aree di ospitalità dovranno essere integrate con la rete dei servizi socio-sanitari che sul territorio si occupano di immigrazione, consentendo l’accesso alle strutture soltanto alle persone autorizzate, nel rispetto delle misure per il contenimento del Covid-19”.
Per garantire la sostenibilità del modello sarà necessario che le imprese agricole coinvolte partecipino ai costi di gestione. Allo scopo, Coldiretti Cuneo chiede alla Regione di sostenere gli investimenti aziendali per l’acquisto di strutture prefabbricate con fondi del PSR 2014-2020 a valere sull’Operazione 4.1.1, mirata al miglioramento aziendale: tali investimenti sono da ritenersi funzionali alla redditività aziendale che, in assenza della necessaria manodopera, rischia di subire una significativa contrazione.
Nel corso dell’ultima videoconferenza del Tavolo sull’emergenza nella frutticultura saluzzese, c’è stata anche una prima apertura della Regione sulla necessità di integrare la dotazione finanziaria della Legge 12/2016 con risorse adeguate alle effettive esigenze delle aziende che recupereranno e adegueranno spazi per garantire alloggiamento nel rispetto delle prescrizioni vigenti.
“Gli imprenditori agricoli sono da anni in prima linea sul fronte accoglienza: il 70% dei braccianti extracomunitari – dichiara il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – trova ogni anno sistemazione direttamente presso i produttori, che provvedono in autonomia a realizzare alloggi in cui ospitarli, con risorse proprie e senza alcun supporto dalle Istituzioni. È giunto il momento che le Istituzioni regionali facciano la loro parte per garantire risposte adeguate alla domanda abitativa della manodopera stagionale”.
“I vantaggi del nostro progetto di ospitalità in azienda – afferma Moncalvo – saranno molteplici: garantire servizi di base ai migranti consentirà di ridurre al minimo i casi di vagabondaggio o di ricorso a sistemazioni di fortuna e delocalizzare gli immigrati stranieri renderà la loro presenza più sostenibile all’interno delle comunità locali”.