Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento delle associazioni ambientaliste di Cuneo relativamente all'abbattimento degli alberi per la realizzazione di una pista ciclabile in corso Marconi.
L’abbattimento degli alberi lungo la discesa di Corso Marconi ha generato molte proteste, perché la cittadinanza non era stata adeguatamente informata dal Comune delle trasformazioni necessarie per realizzare una pista ciclabile che collegherà l’altipiano con l’Oltre Gesso.
La strada che dal Belvedere Garibaldi scende a Porta Mondovì fu decisa dal Comune di Cuneo il 24 ottobre 1914, anche per risolvere il problema della disoccupazione (così dice la delibera comunale). Il piantamento delle Robinie pseudoacacie avvenne però solo all’inizio degli anni Trenta del Novecento. Molte furono sostituite nel secondo dopoguerra a causa dei danni creati nel periodo bellico. Le “gaggie” (alla fine del secolo se ne contavano ancora un’ottantina) erano contornate da una siepe di ligustro. La vecchiaia e la mancanza di una adeguata manutenzione hanno fatto perdere al viale buona parte del fascino originale.
Le Robinie, di origine americana, andavano di moda all’inizio del secolo scorso. Sono piante molto robuste ed anche esteticamente belle se possono crescere isolate in mezzo ad un campo. In queste condizioni possono raggiungere anche i 200 anni di vita. Nei viali cittadini o nei boschi il loro ciclo vitale non supera i 60/80 anni. Quindi le piante abbattute con ogni probabilità non appartenevano al primo impianto, ma agli interventi successivi.
Per realizzare la pista ciclabile il Comune aveva due possibilità: lasciare le poche piante ancora sane e che potevano garantire una sopravvivenza per almeno un decennio, integrandole con altre robinie, oppure rifare completamente l’alberata con specie più idonee ai viali cittadini, come sono i platani che verranno inseriti al posto delle piante abbattute.
Come associazioni ambientaliste non contestiamo la scelta effettuata, ma la mancanza di consultazione e comunicazione. Perché, quando si affrontano interventi “drastici” che cambiano l’aspetto di un’area cittadina, non si informa adeguatamente la popolazione? Basterebbe anche solo esporre mesi prima nell’area di intervento un cartellone con descritto il progetto e i lavori programmati, invece di mettere i cittadini di fronte al fatto compiuto.
Da anni chiediamo all’Amministrazione comunale di redigere un regolamento del verde pubblico e privato che non solo “garantirebbe” le piante da dannosi interventi da cui non si torna indietro, ma “coprirebbe” anche gli amministratori dalle inevitabili critiche.
A questo punto non ci resta che augurarci che i platani che quest’autunno verranno piantati siano curati e, soprattutto, rispettati, affinché possano crescere veloci e ridonare l’ombra e la poesia dell’antico viale di robinie.
Approfittiamo per richiamare un altro intervento che sarebbe opportuno l’Amministrazione comunale mettesse in cantiere: il recupero delle “Ripe”. Erano il fiore all’occhiello della nostra città. Furono volute subito dopo l’abbattimento delle mura all’inizio del 1800 e oggetto di attente cure da parte di tutte le Amministrazioni comunali che hanno retto la nostra città fino al dopoguerra. Abbellite con essenze di pregio (di cui sopravvivono alcuni esemplari) con fiori e percorsi pedonali rappresentavano il biglietto da visita per chi arrivava da Mondovì. Da decenni versano in pessime condizioni. Finora c’erano le robinie di Corso Marconi a nascondere il degrado. Ora è sotto gli occhi di tutti.
Per il Coordinamento Associazioni ambientaliste (Pro Natura Cuneo, Legambiente Cuneo, Lipu Cuneo)
Domenico Sanino