C’è chi proprio non si rassegna alla prospettiva di veder comparire “un’astronave” - come era stata ribattezzata in commissione comunale - nel mezzo di corso Dante.
Il
progetto di riqualificazione dell’ex Policlinico di Cuneo, presentato ai consiglieri comunali e alla cittadinanza agli inizi di giugno, prevede l’abbattimento della fatiscente struttura abbandonata dal 1984 e l’edificazione di un nuovo edificio da 3300 mq con ventotto alloggi e 660 mq di uffici. Se per i favorevoli si tratta di una soluzione che ha il merito di sanare oltre tre decenni di degrado nel cuore della città, i critici rilevano l’elevato impatto architettonico del progetto su un quartiere, Cuneo centro, che dal punto di vista dei vincoli urbanistici è assimilato al centro storico.
Lo rileva con un’interrogazione il consigliere Beppe Lauria, pur esprimendo a titolo personale un giudizio positivo sulla resa estetica: “Il progetto realizzato così com’è oscurerebbe completamente gli edifici prospicienti e si appoggerebbe su quelli adiacenti; una struttura urbanistica gigantesca sia nelle dimensioni (prevedendo una superficie complessiva di 3.300 mq con un ‘corpo angolare’ di tre piani in più rispetto a quelli esistenti) che nella forma architettonica”.
Il portabandiera della destra cuneese ricorda come l’intervento prospettato non appaia incontrare il parere favorevole di molti residenti, tant’è che nei mesi scorsi è già stata avviata una
raccolta firme per chiederne la revisione. La medesima richiesta giunge al sindaco
Federico Borgna dal consigliere di minoranza, il quale rileva anche una disparità di trattamento rispetto ad analoghe ristrutturazioni nella stessa area:
“Sono stati già negate in quella via e nella strade adiacenti terrazze a tasca e modifiche architettoniche di qualsivoglia tipo in quanto ‘centro storico’ anche in occasione di grosse ristrutturazioni di edifici ed ora improvvisamente verrebbe avallato un progetto decontestualizzato e totalmente fuori da ogni schema architettonico presente nel quartiere Cuneo centro solo perché trattasi di ‘Nuova costruzione’”.
“Appare giusto ed equo - conclude Lauria - che i cittadini di Cuneo, dopo 35 anni di totale abbandono ed incuria ed il gravissimo disagio subito, chiedano un progetto rispettoso dell’interesse di tutti” rivendicando “il sacrosanto diritto di non ricevere ulteriori immotivati ceffoni alla propria dignità personale”.