Una settimana fa è stato firmato un protocollo d’intesa per un progetto sperimentale che prevede taxi gratuiti davanti alle discoteche per chi ha bevuto troppo con l’obiettivo di rendere le strade più sicure. Attualmente l’iniziativa è in via sperimentale e coinvolge sei locali notturni in Italia nel periodo che va da agosto a metà settembre. Alla fine di questa fase si farà un bilancio generale e si valuterà la possibilità di estendere il progetto anche ad altre zone della penisola. L’idea è stata costruita in seguito ad alcuni incontri e proposte da parte di associazioni di locali notturni, influencer e digital creator con il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Le discoteche coinvolte sono sei e si trovano a Mantova, Jesolo Lido (Venezia), Gallipoli, Gabicce Mare (Pesaro-Urbino), Pavia e Castiglione della Pescaia (Grosseto).
Secondo il progetto, i fondi per pagare taxi e navette dovrebbero essere stanziati dal Ministero dei Trasporti. Uscendo dalla discoteca chiunque, a titolo volontario, dovrebbe potersi sottoporre a un alcol test. Nel caso in cui il risultato superi i limiti consentiti dalla legge (0 per i neopatentati e 0,5 per litro per gli altri), il locale dovrebbe offrire un buono per pagare interamente il taxi.
“Sicuramente è una proposta molto interessante. Adesso sono partiti i locali pilota e la realizzazione a livello nazionale è probabile che avrà qualche difficoltà”, spiega Federica Toselli, titolare della discoteca Evita di Cavallermaggiore, presidente Silb (sindacato dei locali da ballo) della provincia di Cuneo e membro della giunta nazionale. In generale, il parere di Toselli è positivo. “Se il Governo ci aiuta i giovani potranno tornare a divertirsi in sicurezza proprio nei nostri locali e non in giro per le vie della città. È un’ottima iniziativa che valorizza sempre di più il divertimento sicuro”.
Però, se il progetto arrivasse anche nel cuneese la situazione non sarebbe di facile gestione, almeno all’inizio. “Molti locali importanti da noi si trovano nelle periferie. Trovare un accordo con i tassisti a tariffe favorevoli secondo me diventerà un po’ problematico. Ma cerchiamo di essere ottimisti”.
L’attuazione nelle metropoli sarà sicuramente più fattibile rispetto alle città più piccole. “Pochissimi dei locali della Granda si trovano nei grandi centri abitati. Prendendo come esempio la zona di Cuneo, molti locali si trovano a Borgo o Boves. L’Evita, il Merengue, l’ex Crazy boy di Centallo e i locali di Caraglio sono fuori città, quindi, bisognerebbe trovare un certo numero di tassisti disponibili a fare questi chilometri a corse continue con distanze molto più ampie rispetto ai locali che si trovano nei centri”. Una situazione più favorevole potrebbe esserci ad Alba. “Ci sono due locali nel centro della città e potrebbe essere uno dei pochi luoghi in cui sarebbe facile gestire questa situazione dei taxi”.
Secondo Toselli, attualmente è complesso usufruire dei taxi anche a pagamento nella provincia Granda la sera. “Bisognerebbe trovare tassisti che si prendano la responsabilità di fare servizi notturni. Nelle metropoli molti non lo fanno più perché c’è gente troppo ubriaca, c’è anche qualcuno che li minaccia. Così diventa un problema anche di pubblica sicurezza”.
La sperimentazione è iniziata nella notte tra sabato e domenica scorsi nella storica discoteca ilMuretto di Jesolo, vicino a Venezia. “Ogni potenziale incidente evitato e ogni vita salvata sono una vittoria”, ha scritto il Ministro Matteo Salvini su Twitter. Solo una ventina di ragazzi però, sui circa 4 mila presenti, ha usufruito del servizio. Uno dei problemi sorti riguarda la distanza: i taxi in questa prima fase non possono superare i 20-30 chilometri dalla discoteca. Infatti, secondo quanto riportano i giornali locali della zona, i ragazzi pare siano stati portati solo fino a una fermata dell’autobus e non fino alla propria abitazione.
Le associazioni di categoria in rappresentanza dei locali notturni hanno risposto bene alla proposta del Ministro. Ma certamente non sono mancati i giudizi negativi da parte dei partiti di opposizione e non solo. Tra le critiche maggiori c’è quella di un incentivo a bere troppo. Chi, infatti, non supera il tasso alcolemico consentito se vorrà tornare a casa in taxi dovrà pagarlo di tasca propria. Chi, al contrario, sforerà i limiti, ne usufruirà a titolo gratuito. La speranza per molti dei lavoratori del settore è quella che l’iniziativa superi le eventuali difficoltà e che sia attuata prossimamente anche nel cuneese. “Abbiamo seguito questo progetto fin dalle radici - dice Federica Toselli -. Sono molto orgogliosa che la giunta sia riuscita a raggiungere questo risultato”.