Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata da diversi rappresentanti del territorio cuneese relativa alla situazione del Tenda bis. Attualmente questi i firmatari: i Sindaci dell’Unione Montana Alpi Marittime (Limone, Vernante, Robilante, Roccavione, Entracque), quello di Borgo San Dalmazzo, l’Unione Montana Valle Stura, Uncem, ACI Cuneo. In più sono arrivate nelle ultime ore adesioni da parte di alcuni Comuni del Ponente ligure (l’elenco degli aderenti alla lettera, diffusa stamattina, è ancora in aggiornamento). La lettera si rivolge al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ai deputati e senatori piemontesi e liguri, ai parlamentari europei eletti nella circoscrizione Nord Ovest, ai presidenti e agli assessori alle Infrastrutture della Regione Piemonte e della Regione Liguria.
Con la presente si intende portare all’attenzione delle Signorie in indirizzo la situazione del passaggio internazionale del colle di Tenda e avanzare in merito alcune richieste. Può essere utile, al fine di capire l’attuale situazione, conoscere a grandi linee i processi storici che ci hanno condotto al tempo presente. Il traforo del Tenda fu inaugurato nel 1882, a quell’epoca era il tunnel stradale più lungo del mondo e fu costruito in 9 anni. Pensato per facilitare le intense comunicazioni tra Piemonte sud e Ponente ligure dell’allora regno di Savoia, alla fine della seconda guerra mondiale, con il passaggio dell’alta valle Roya alla Francia, divenne una via internazionale e forse quella fu la madre di tutte le successive difficoltà così come per la Ferrovia delle Meraviglie, riconosciuta dal FAI ma non dalle istituzioni italiane e francesi che dovrebbero farsene carico.
Dopo un secolo le mutate condizioni di traffico richiedevano una rifunzionalizzazione del passaggio e iniziò la discussione su quale opera fosse opportuno predisporre per migliorare il passaggio internazionale che rivestiva ormai sempre più grande importanza per le attività commerciali, turistiche e artigianali del Piemonte sud occidentale e del Ponente ligure.
Dopo anni di convegni, riunioni e progetti, (figurava anche quello firmato dell’ingegner Vassallo, capo dell’ufficio progettazioni della Provincia) fra le innumerevoli soluzioni venute alla luce, l’Anas scelse il traforo di una nuova galleria chiamata Tenda bis, il recupero con rialesaggio della galleria storica e la rimodulazione dei tornanti. Solo il Senatore della Repubblica francese, sindaco di Tenda, onorevole Balarello, temendo un aumento del traffico pesante lungo la sua valle, si dimostrò favorevole alla soluzione del tunnel alto. Provincia, Comunità Montana e tutto il tessuto imprenditoriale provinciale invocavano una galleria più bassa, progetto Vassallo (praticamente sopra quella ferroviaria), più adatta alla percorribilità in stagione invernale; tutti si dichiaravano disponibili a prevedere un pedaggio che la potesse finanziare. Il vecchio tunnel sarebbe stato mantenuto a scopo turistico. Le richieste del territorio italiano non furono prese in considerazione.
Finalmente dieci anni fa incominciarono i lavori, un decennio che per l'opera citata si è rivelato sicuramente come la peggior disgrazia che si potesse immaginare e il territorio ne ha ricavato disagi e danni economici ingenti. Si è visto di tutto: incertezza sui finanziamenti, ritardi incredibili, lavori mal eseguiti che hanno provocato frane e allagamenti, interruzioni di anni dovute a inchieste giudiziarie e, come se non bastasse, a ottobre 2020, arrivò la tempesta Alex, un evento senza uguali per questo territorio: si salvò dalla distruzione la galleria nuova appena iniziata, lato italiano e lato francese, il tunnel storico fu ridotto in pessime condizioni, il ponte principale crollò, il piazzale antistante la vecchia galleria franò.
A quel punto i rappresentanti delle comunità locali chiesero a gran voce un commissario che potesse tenere i collegamenti con il Prefetto francese incaricato del post alluvione, informasse gli enti locali puntualmente e potesse procedere in tempi rapidissimi fino a portare a termine i lavori valutando la possibilità di costruire una nuova galleria tra Panice e Vievola, lasciando morire il vecchio progetto i cui lavori erano comunque appena abbozzati. I Parlamentari della Provincia di Cuneo, riuniti a Limone Piemonte a dicembre 2020, sostennero unanimemente questa richiesta. Purtroppo l’Anas scelse di rivedere il vecchio progetto e continuare i lavori a quota Colle. Fu uno dei primi atti del Commissario Prisco, funzionario Anas, nominato dal Governo Conte II.
A distanza di due anni e più siamo ad una situazione surreale: non possiamo neppure affermare che i lavori non proseguono perché non sappiamo quali sono i lavori da eseguire, il progetto prevede modifiche ad ogni piè sospinto, il contratto integrativo con la ditta che aveva appaltato i lavori pre tempesta non è firmato, temiamo fortemente per i finanziamenti anche perché quelli francesi, lungi da essere certi, non sono tali da poter completare l’opera.
Il commissario Prisco fino a due mesi fa, inspiegabilmente, ha esposto agli organi di stampa e ai sindaci una narrazione dei fatti completamente avulsa dalla realtà, ha illuso amministratori e imprenditori con cronoprogrammi mai rispettati, con notizie rivelatesi non attendibili e con promesse circa aperture provvisorie da gestire in sicurezza senza mai descrivere cosa significhino. Anche nell’ultima recentissima intervista rilasciata alla Stampa l’ingegner Prisco fornisce una nuova versione circa i lavori eseguiti e da eseguire ma le sue risposte fanno torto all’intelligenza dei cittadini. L’ultima sua riunione con i sindaci della valle Vermenagna, di Borgo san Dalmazzo e Cuneo risale al 13 dicembre 2022, a seguito della CIG del 2 dicembre 2022, il cui verbale non risulta ancora disponibile.
Il territorio non può più tollerare altre umiliazioni perché il disastro è ormai sotto gli occhi di tutti.
Concludendo:
- il lavoro del commissario non ha portato ai risultati che si attendevano.
- le conferenze intergovernative non hanno mai dato risposte efficaci alle varie problematiche; dai verbali, per la verità molto succinti, sembra emergere una passiva accettazione italiana alle richieste e ai rilievi francesi.
Tuttavia noi vogliamo credere nei nostri rappresentanti politici nazionali e regionali, immaginando che la situazione nella sua totalità non sia stata mai veramente illustrata a dovere al Ministro competente e alle Autorità regionali, quindi, convinti che la volontà di tutti i nostri governanti sia quella di ascoltare il grido disperato del territorio, chiediamo nell’immediato e con somma urgenza:
- di nominare un tecnico non appartenente all’organico Anas che fotografi la realtà attuale e che si occupi della prosecuzione dell’opera
- di chiarire in un progetto definitivo esecutivo i lavori necessari
- di quantificare le risorse necessarie e metterle a disposizione
- di procedere urgentemente alla firma del contratto integrativo con Edilmaco
- di terminare i lavori del nuovo tunnel affinché possa affrontare il traffico ordinario di un collegamento internazionale
- di approntare tutte le opere necessarie per utilizzare il ponte che è ancora da costruire
- di sistemare i tornanti lato Francia
- di prevedere le opere paravalanghe in territorio francese
- di non prevedere/avviare assolutamente alcun tipo di lavoro nella galleria storica, e sicuramente di soprassedere, al momento, al suo rialesaggio.
Tutto questo per poter consentire quanto prima un normale passaggio verso la Francia.
Chiediamo inoltre
- di incaricare da subito un professionista per la redazione del progetto della galleria Panice Vievola
- di reperire i finanziamenti che il progetto indicherà come necessari per costruire l’opera anche prevedendo la possibilità di pagamento di un pedaggio.
Riteniamo che rivesta primaria importanza rivedere l’attuale modalità della conferenza internazionale organizzativa, CIG, affiancando eventualmente una struttura tecnica di coordinamento più agile e rispondente alle necessità che si presentano nel corso dei lavori.
Per ultimo, ma non sicuramente in ordine di importanza, sottolineiamo con forza ancora una volta che la ferrovia Cuneo-Ventimiglia Nizza deve essere sottratta alla competenza della Regione e affidata allo Stato perché possa godere di tutti i finanziamenti necessari sia per la straordinaria manutenzione sia per l’esercizio.
Con osservanza.