Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Vicente Santilli, segretario nazionale del Sappe, ai Prefetti di Torino, Vercelli e Cuneo, al provveditore regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ai direttori delle case circondariali di Torino, Vercelli e Cuneo. Tra i destinatari anche tutte le autorità politiche del territorio coinvolto.
Egregi Prefetti,
ci permettiamo di segnalarvi le ipotesi di assegnazione intraprese dal Provveditorato Regionale del Distretto del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, in relazione alle aliquote di assegnazioni degli Allievi Agenti del 182°/183° corso di formazione (7 unità Casa Circondariale di Vercelli e 30 unità Casa Circondariale di Torino). Gli organici dei Baschi Azzurri risultano essere del tutto insufficienti anche in relazione ad un sovraffollamento che dilaga impetuoso (circa 1500 detenuti Casa Circondariale di Torino a fronte di una capienza di 1100 detenuti, circa 320 detenuti Casa Circondariale di Vercelli a fronte di una capienza di 230 detenuti, Casa Circondariale Cuneo circa 350 detenuti) rendendo le condizioni di vita e di lavoro del personale intollerabili. L’aumento della popolazione detenuta è una costante del nostro sistema. Tutti gli indicatori classici, quali suicidi, rivolte, aggressioni stanno crescendo in maniera esponenziale.
Sembra non esserci una soluzione di continuità alle ripetute aggressioni, fisiche e verbali, in danno degli agenti di Polizia Penitenziaria. Aggressioni che, a nostro avviso, sono inevitabilmente connesse a due sostanziali fattori: da un lato, la diffusione, tra la popolazione detenuta, di un vero e proprio senso di impunità per gli episodi di violenza posti in essere e, dall’altro, l’endemica carenza di personale di Polizia.
L’organizzazione di tutti i padiglioni detentivi, inutile negarlo, è caotica e presenta una gestione della popolazione detenuta complessa. A ciò si aggiunga la presenza di detenuti psichiatrici. Una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri Italiane, e purtroppo non risparmia neanche Torino,Vercelli e Cuneo. Il problema dei detenuti psichiatrici è la più importante emergenza negli istituti di pena. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato valide alternative, tant’è che è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. Il passaggio delle competenze della Sanità penitenziaria alle Regioni ha fortemente peggiorato la situazione. Analizzando la questione, la carenza di operatori sanitari, psichiatrici e psicologici è uno degli aspetti focali.
L’Amministrazione aveva mostrato l’intenzione di contenere e limitare ogni forma di violenza nei confronti degli operatori penitenziari. Difatti, nella circolare, a firma del Capo Dipartimento e del Vice Capo del Dipartimento sono evidenziate procedure pronte ed efficaci che, tuttavia, sono rimaste solo nelle (presunte) buone intenzioni. Il concetto di sicurezza e rieducazione necessitano di essere adattati alle specificità dell’utenza e alle caratteristiche dei singoli istituti di pena.
Si registrano nel Distretto alcune realtà come quelle di Torino, Vercelli e Cuneo, dove il personale ha pressoché raggiunto una situazione al limite del collasso. Il Corpo di Polizia Penitenziaria deve affrontare le problematiche derivanti da un continuo e decennale depauperamento dell’organico. Se in passato si riusciva a fronteggiare con il lavoro straordinario e la buona volontà, oggi, con il turnover delle pensioni che non viene colmato ed il clima di “guerriglia” che si respira nei reparti detentivi è assolutamente necessario tutelare la salute psico-fisica del personale garantendogli i sacrosanti diritti contrattuali.
In tutto questo non poteva mancare la ripartizione della dotazione organica del Corpo di Polizia Penitenziaria “Decreto Ministeriale 12 Luglio 2023“ che ha ridotto ai minimi storici il numero del personale in forza presso gli Istituti di pena. Il personale è sistematicamente soggetto a protrazioni dell’orario lavorativo oltre il limite contrattualmente stabilito, senza previo avviso, a causa della necessità di intervenire in una serie continua di situazioni di emergenza, configurandosi, così, soventi violazioni delle norme contrattuali vigenti in materia di orario di lavoro.
Tutti i giorni i Baschi Azzurri devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni detentive delle carceri, per adulti e minori. Il SAPPE non può accettare un prosieguo di questo tenore, noi chiediamo in modo fermo e deciso una massiccia campagna di assunzione di personale che consenta una moderna organizzazione del lavoro.
Alle SS.LL., si chiede un autorevole intervento per una rivalutazione della distribuzione del personale di Polizia Penitenziaria, che vede Istituti penitenziari come Torino,Vercelli e Cuneo in forte sofferenza. Si chiedono provvedimenti concreti per quanto di competenza anche ai fini di pertinenti segnalazioni alle Autorità Ministeriali competenti al fine di ristabilire la legalità a tutela di tutti, nonché la dignità e l’identità del ruolo di un Corpo dello Stato, quale quello della Polizia Penitenziaria.
Distinti saluti.
Vicente Santilli
Segretario nazionale Sappe