CUNEO - Tettoia Vinaj, il Comune revoca l’incarico allo studio legale (ma non lo dice a nessuno)

“La notizia non è stata comunicata in Consiglio comunale perché non c’è l’atto formale” si giustifica la sindaca, dopo le indiscrezioni di stampa

Andrea Cascioli 29/05/2024 13:00

Lo studio legale Barosio di Torino non rappresenterà più il Comune di Cuneo nella causa contro la Tettoia Vinaj srl di Dario Dalmasso, per il recupero del debito da oltre 900mila euro accumulato a partire dal 2015. La notizia, anticipata da un articolo de La Stampa a firma di Matteo Borgetto, è confermata dalla sindaca Patrizia Manassero con una nota, nella quale si precisa che l’informazione “non è stata comunicata in Consiglio comunale, perché, come ho più volte detto nelle più diverse circostanze, per la pubblica amministrazione valgono gli atti formali che danno sostanza a passi concreti”.
 
Una giustificazione debole, tenuto conto che nemmeno nella dichiarazione ufficiale si dà ragione dei motivi della revoca. L’amministrazione cittadina, giova ricordarlo, ha sempre difeso l’operato dei legali e presentato la sentenza di primo grado del tribunale civile come una vittoria: “L’esito dell’iter processuale è molto positivo perché la sentenza accoglie le richieste avanzate dal Comune e sgombera il campo da ogni dubbio o sospetto nei confronti dell’operato dell’amministrazione” aveva detto la sindaca lo scorso 5 febbraio, all’indomani del famoso verdetto. Questo nonostante il giudice avesse disposto la restituzione dei locali e non dei canoni e delle altre somme che il Comune ritiene essergli dovuti, motivo per cui è stato promosso l’appello: l’appello ci sarà, ma con un altro avvocato.
 
Tutto quello che si sa per ora è che “a tutela dell’interesse superiore dell’ente” il municipio sta “esplorando strade diverse, verificando pareri terzi, al fine di individuare il percorso più consono, efficace, corretto, promettente, in una vicenda che per sua natura è composta da una molteplicità di elementi e di variabili”: bravo chi ci capisce qualcosa. Dal canto suo, la prima cittadina tiene a smentire “fortemente” che si tratti di una mossa dettata da “pressioni politiche interne alla maggioranza”, come ipotizzato da La Stampa. Eppure il fatto stesso che l’indiscrezione sia uscita il giorno dopo una seduta di consiglio comunale, dove pure si erano discusse due interpellanze sul tema, lascia pochi dubbi sulle intenzioni di chi l’ha messa in circolo.
 
Si rivive a distanza di tre mesi esatti la polemica originata dalla mancata comunicazione ai consiglieri sulla decisione di appellare: in quel caso, però, l’assessore ai Contratti Valter Fantino aveva messo in chiaro che l’amministrazione stava “ultimando il percorso dei pareri tecnici, per ricorrere in appello per la riforma del dispositivo della sentenza”. Stavolta, invece, del cambio di avvocato nessuno ha fatto menzione, nemmeno rispondendo alla consigliera Mavy Civallero (SiAmo Cuneo) che reclamava un confronto con Barosio: “Non lo abbiamo più visto né sentito”. “Tettoia Vinaj ci ha notificato la sentenza il 21 maggio: quindi il termine per appellare - che la volta scorsa avevo indicato in luglio - si accorcia al 20 giugno”: questa per Fantino era la principale novità, insieme al fatto che il procedimento di restituzione dei locali verrà perfezionato il 6 giugno con i legali della Tettoia Vinaj srl. “È evidente che se tutto va come dovrebbe andare, cioè se il 6 giugno rientreremo in possesso della struttura, fare un incontro con i legali non dovrebbe essere un problema” è stata la risposta: segno che neanche l’assessore, a quanto pare, sapeva delle ulteriori novità.
 
Mentre ci si muove in vista dell’esposto alla Corte dei Conti, come annunciato dalla sindaca, c’è chi si organizza “in autonomia”. Lo ha anticipato il consigliere Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, precisando di aver dato incarico a un avvocato: “Lo faremo in tutti i casi, perché il comportamento del Comune non è stato ossequiente a una buona amministrazione”.

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