CUNEO - “Tettoia Vinaj, il Comune si è mosso in ritardo: ora sarà difficile recuperare i 900mila euro”

“Serviva un decreto ingiuntivo” sostiene Ugo Sturlese, attaccando l’amministrazione: “Le dichiarazioni positive della sindaca sono ingiustificate”

Andrea Cascioli 11/02/2024 13:08

La sentenza sul caso della Tettoia Vinaj non è una vittoria del Comune. Ne è convinto Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) che ha presentato un’interrogazione sul tema per la prossima seduta consiliare.
 
L’impostazione processuale adottata con la delibera di giunta del gennaio 2021, con la quale si decise di adire le vie legali per il recupero del credito, sarebbe in contrasto con l’art. 1453 del Codice Civile, relativa alla risolubilità del contratto per inadempimento: in sostanza, l’errore sarebbe stato quello di domandare allo stesso tempo “sia la risoluzione del contratto per inadempimento sia il suo adempimento”. Questo, afferma Sturlese, “ha consentito di ottenere la risoluzione del contratto, ma non il pagamento degli importi dovuti per i canoni scaduti e per gli oneri di urbanizzazione per un totale di oltre 900.000 euro”.
 
“Considerato tale esito, - continua l’esponente della sinistra civica - appaiono ingiustificate le dichiarazioni estremamente positive rilasciate dalla sindaca Manassero, tanto più che il recupero di tali crediti mediante una nuova iniziativa giudiziaria risulta molto problematico. Occorre inoltre considerare che anche l’iniziativa di citazione in giudizio, appena conclusa, è stata assunta in grave ritardo rispetto all’inizio delle inadempienze della controparte e solo dopo ripetute sollecitazioni da parte del gruppo dei Beni Comuni (6 interrogazioni) e del consigliere Lauria (5 interrogazioni)”.
 
La questione venne sollevata per la prima volta nel 2019. Da allora sono passati due anni prima che il Comune si decidesse a chiedere quanto dovuto alla Tettoia Vinaj srl di Dario Dalmasso, la stessa persona che in qualità di amministratore della Dama sas gestisce anche l’ex caserma Cantore: “Pare lecito ipotizzare che la semplice adozione di un decreto ingiuntivo avrebbe consentito di ottenere un risultato positivo sul piano della riscossione dei crediti e in tempi più rapidi, senza escludere una successiva iniziativa volta alla risoluzione del contratto nel caso di un esito negativo”.

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