La notizia è che la causa civile tra il Comune di Cuneo e la Tettoia Vinaj srl volge finalmente alla conclusione: lo ha confermato l’assessore ai Contratti Valter Fantino, dal quale si apprende che lo scorso 26 settembre è scaduto il termine per la presentazione delle memorie di replica. L’ultimo passaggio prima della sentenza che non è soggetta a scadenze di legge: ma di fatto non ci saranno più udienze.
Nell’atto di citazione del 4 giugno 2021 l’amministrazione aveva chiesto il pagamento di 263.715 euro per i canoni pregressi - mai versati dalla società di Dario Dalmasso - e di 291.215 euro per gli oneri di monetizzazione dei parcheggi, anche quelli tuttora mancanti. A questi 555mila euro calcolati a partire dal 2015 si aggiungono gli importi maturati nel frattempo: alla data del 29 agosto scorso, quella dell’ultimo conteggio, si era arrivati a 772.884 euro. Il gestore ritiene di non doverli pagare secondo una scadenza fissa, in forza di un’interpretazione letterale del bando di gara dove - a differenza di quanto stabilito nel contratto - non si specificava la tempistica di versamento del canone. Su questo il giudice dovrà esprimersi, probabilmente non prima del nuovo anno.
Chi si dice pessimista sulla possibilità di recuperare i crediti è il consigliere di Indipendenza!
Beppe Lauria,
autore dell’ultima interpellanza sul tema.
“Abbiamo fatto una causa per avere i soldi, il discorso della risoluzione del contratto lo poniamo in essere?” chiede il portabandiera della destra sociale, evidenziando il paradosso:
“Un soggetto che ha avuto dei soldi grazie a noi, guadagna dei soldi grazie a noi, dovrebbe restituirci parte dei soldi e non lo fa, eppure è ancora lì”. Il gestore della Tettoia Vinaj, peraltro, è lo stesso a cui è affidata l’ex infermeria della caserma Cantore, dove hanno sede - tra l’altro - l’Atl e la cooperativa Ping:
“Anomalia tutta cuneese, - osserva Lauria -
gli interlocutori con cui il Comune ha a che fare sono sempre gli stessi e spesso si trovano su posizioni differenti”.
È convinto che un collegamento tra le due “partite” esista anche
Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni):
“C’è un doppio canale: uno riguarda lo stato dei rapporti tra il Comune e la srl Tettoia Vinaj, l’altro riguarda i rapporti con Ping gestiti dallo stesso Dalmasso”. La cooperativa - amministrata negli anni anche da due attuali consiglieri comunali del Pd,
Domenico Giraudo e
Claudia Carli - ha affrontato vicende burrascose, che lo scorso giugno avevano portato a una
protesta dei dipendenti in municipio dopo le voci di sfratto e il “taglio” del riscaldamento da parte di Dalmasso.
“Questi rapporti risalgono all’amministrazione precedente, da cui però si stenta a prendere le distanze” dice Sturlese.
Giancarlo Boselli (Indipendenti) solleva il tema della permanenza dei rapporti con Open Baladin: anche se rientrasse in possesso dei locali, sostiene l’esponente della minoranza, il Comune non potrebbe riaffidarli all’attuale affittuario senza un bando di assegnazione. Poi c’è il tema del possibile danno erariale, sostiene l’ex vicesindaco, “provocato dagli amministratori che per sei o sette anni non hanno agito dal punto di vista legale”: “Noi scoprimmo - aggiunge - che non c’era alcuna fideiussione, non c’era quindi possibilità di escuterla: questo ha portato nocumento finanziario ulteriore”. Franco Civallero di Forza Italia invita comunque a non cantare vittoria troppo presto, per quanto riguarda la contesa: “Ho avuto modo di parlare privatamente con l’avvocato perché avevo dubbi e mi ha detto che c’era titubanza: pare che la controparte abbia valide giustificazioni al suo mancato pagamento”.
“Stiamo parlando di soldi altrui, dei cittadini, e di somme importanti, quasi un milione di euro. Quando poi non mettiamo i cestini con sopra il coperchio, perché costano 70mila euro” sbotta Lauria nella replica. Nel bilancio della società Tettoia Vinaj ci sono aspetti poco chiari, afferma: “Baladin paga regolarmente il canone, se andate a prendere il bilancio depositato della Tettoia Vinaj dovreste trovare il credito derivante dai soldi accantonati. Ma non è così”. Di qui il dubbio circa la possibilità di recuperare i crediti. E poi c’è l’altra partita, sulla caserma Cantore, per cui il consigliere si rivolge alla sindaca: “Non abbiamo mai parlato dei canoni per l’ex Infermeria, dando per scontato che il gestore fosse rispettoso dei pagamenti: le chiederò di verificare se così è”.