Una giornata dal clima autunnale ha accolto il ritorno della provincia di Cuneo in zona gialla, con qualche giorno di ritardo rispetto al resto del Piemonte. Da stamattina i bar e i locali della Granda possono tornare ad offrire il servizio al tavolo: a differenza di quanto accadeva nella precedente zona gialla potranno tenere aperto fino alle 22 (non più fino alle 18), ma potranno effettuare il servizio solo negli spazi aperti. A Cuneo città il clima e la giornata lavorativa hanno frenato solo parzialmente la ripartenza: nessun “pienone”, ma a testimonianza di molti commercianti è evidente la voglia dei cuneesi di tornare alla colazione al bar nella sua versione “tradizionale”.
Per gli esercenti cuneesi, ad ogni modo, il problema principale è costituito dalla poca chiarezza delle norme. “Invece di progredire si torna indietro, - commenta Silvana Panero di bar “La Saletta” di via Roma - ci siamo confrontati e continuiamo a confrontarci tra colleghi, soprattutto dopo le multe e le chiusure degli ultimi giorni, ma la confusione resta tanta, ognuno ha la sua interpretazione per le norme. Noi vogliamo servire gli avventori nel migliore dei modi rispettando tutte le regole, abbiamo assunto una persona che è occupata di adeguare il locale ai protocolli, ma così non è facile: anche gli stessi clienti spesso non sanno come devono comportarsi: il caffè al bar deve essere un momento di relax, così diventa quasi uno stress”.
Di opinione simile Alberto Giraudo, titolare del Caffè Piazza in piazza Galimberti: “Di certo la zona gialla di quest’autunno era molto più semplice da gestire, ora anche per noi ci vorrà qualche giorno per adattarci a questa nuova situazione. Da queste prime ore di riapertura mi sembra comunque che la voglia dei cuneesi di tornare a sedersi al bar prevalga”.
“Invece di agevolarci, hanno aggiunto nuove complicazioni, lavorare così è difficile”, spiega Giacomo Beltramo, uno dei soci del bar Corso: “C’è grande confusione anche tra i clienti, stamattina molti di quelli seduti ai tavoli continuano a chiederci di chiudere le vetrate del nostro dehors, ma semplicemente non possiamo perchè le norme ce lo impediscono”.
Per Jacopo Barbero, titolare del Caffè 44, la possibilità di servire ai tavoli solamente all’aperto rappresenta una “discriminazione”: “Ragionando egoisticamente non posso lamentarmi, noi abbiamo un ampio dehors e riusciremo a lavorare quasi normalmente, ma conosco colleghi ristoratori che non hanno a disposizione questi spazi e che non apriranno. Se prima c’era una discriminazione nei confronti del nostro settore, ora è diventata interna al settore stesso, già fortemente penalizzato nell’ultimo anno”.
Con la zona gialla, insomma, i bar e i ristoranti cuneesi provano a ripartire, ma l’agognata normalità è ancora lontana.