È tornato a riunirsi in presenza ieri sera, lunedì 27 settembre, il comitato “No Biodigestore” di Borgo San Dalmazzo: l’incontro pubblico si è tenuto presso il salone polivalente in piazza della Meridiana, nel quartiere di Gesù Lavoratore. Ad aprire la serata è stato
Mauro Fantino,
ex assessore e tra i fondatori del comitato, che ha ripercorso i passi di una “battaglia” iniziata ormai due anni fa, il 30 settembre del 2019, data in cui
Acsr presentò in Provincia lo studio di fattibilità per la realizzazione del
nuovo biodigestore nell’area della ex discarica di San Nicolao. Il consigliere comunale ha fatto il punto della situazione riassumendo tutte le
criticità già segnalate dal comitato nel corso dei mesi: dalla posizione non baricentrica dell’impianto rispetto al bacino che dovrebbe servire (la provincia di Cuneo) al suo sovradimensionamento, passando per le questioni di carattere legislativo legate alla legge Madia (secondo questa norma l’80% del fatturato delle società “in house” come Acsr deve provenire da attività svolte per gli enti soci. Nel caso specifico, Acsr potrebbe prelevare fuori dal suo bacino solo il 20% del fabbisogno, requisito ampiamente violato dal progetto presentato per il biodigestore) e ancora per la questione della governance della società, passata da una a cinque persone con conseguente aumento dei costi. Su quest’ultimo aspetto, Fantino ha annunciato di aver inviato una segnalazione alla Corte dei Conti.
“Nel nostro Comune - ha spiegato Fantino - viene pubblicato un notiziario comunale sul quale è stata sempre pubblicata una sola posizione: non una sola riga sulla nostra. Ribadiamo sempre che questo non è un tema che interessa solamente Borgo San Dalmazzo: noi avremmo un problema di carattere ambientale, ma altri Sindaci dovrebbero mettere nelle bollette dei cittadini il costo di questo impianto, che ammonta a quasi 15 milioni di euro”. Il biodigestore - ha spiegato l’ex assessore - è stato inserito dalla Regione Piemonte nei progetti per i fondi del Recovery Plan: "Verranno emanati dei bandi, ma sinceramente non penso che i Sindaci del cuneese vorranno investire quei soldi nel biodigestore. Piuttosto li vorranno utilizzare per progetti nei loro comuni, e di questo abbiamo avuto testimonianza diretta da alcuni primi cittadini della zona. Insomma, siamo ottimisti, vediamo una cosa che si sta sgonfiando”.
Dopo l’intervento del dottor
Franco Dini, anch’egli membro del comitato, che ha approfondito gli aspetti di carattere ambientale, ha poi preso la parola la deputata del Partito Democratico
Chiara Gribaudo, che si è soffermata sull’aspetto legato al Recovery Plan: “
Devo dirlo: pur essendo ottimista, lo sono meno rispetto a Fantino. Mi fermo ai fatti: i fatti dicono che - per quanto attualmente non è chiaro quale sia alla strada che si intende intraprendere - il progetto numero 544 presentato dalla Regione al Governo per il Recovery Plan contempla l’ammodernamento dell’impianto Acsr di Borgo San Dalmazzo, oltre a quelli di Novi Ligure ed Alessandria, per un costo totale di 63.850.000 euro. Peraltro sappiamo bene che quello proposto per Borgo è a sua volta un nuovo impianto, nonostante sia stato presentato come un semplice ‘ammodernamento’. Il documento trasmesso a Roma è stato redatto dalla Regione sulla base di un altro documento della Provincia di Cuneo. Alla Camera e in Senato finora si è discusso di linee guida, non di progetti specifici, ma da questi documenti il progetto di Borgo San Dalmazzo risulta cantierabile. Voglio sottolineare che il Recovery plan non è distribuzione a pioggia di fondi: i progetti dovranno essere validi, sostenibili, altrimenti non verranno accolti. Io farò di tutto perché questo progetto venga fermato”.
“Il sito di San Nicolao è già compromesso, già sfruttato, esausto. - ha proseguito la parlamentare borgarina - Anche solo il buonsenso suggerisce che non è il luogo adatto, oltre a non essere baricentrico. Si usi la cartina della provincia per decidere dove andare ad inserire impianto di questo tipo. Investiamo sul parco, esaltiamo i nostri paesaggi e le nostre bellezze naturali, poi però portiamo più camion e inquinamento sulle strade. Aggiungiamo poi il fatto che non abbiamo ricevuto risposte: a chi serve questo biodigestore? Perché si deve fare lì? Perché il maggior investimento deve essere fatto su quel sito e in quella modalità? Non ho mai ricevuto risposte ufficiali a queste domande”.
In chiusura di serata, lo sguardo alle elezioni comunali di Borgo San Dalmazzo, in programma nel 2022: Fantino non ha voluto sbilanciarsi su una sua possibile candidatura, limitandosi a precisare che il comitato “sosterrà chi si opporrà alla realizzazione del biodigestore”.