Per adottare politiche attive in tema di lavoro è sempre più necessario avere a disposizione informazioni di dettaglio utili alle azioni di matching tra domanda e offerta di competenze. Con questo obiettivo, Unioncamere Piemonte, Ires Piemonte e Regione Piemonte hanno deciso di indagare i futuri fabbisogni occupazionali regionali all’interno del convegno “Anticipare il lavoro che verrà. Un modello per stimare i fabbisogni professionali futuri: i risultati del Piemonte” che si è tenuto questa mattina, 11 dicembre 2019 a Torino, presso il Centro Congressi Torino Incontra. Grazie alla collaborazione con Unioncamere nazionale e Camera di commercio di Torino, con il supporto scientifico di PtsClas e nell’ambito del Por Piemonte FSE 2014/2020, si sono approfonditi i fabbisogni occupazionali in italia e in Piemonte, analizzando la domanda del lavoro - nei prossimi anni - sia sui flussi settoriali che sulle professioni e i livelli di istruzione. Tra il 2019 e il 2023 saranno necessari tra i 239mila e i 289mila nuovi occupati per soddisfare le esigenze produttive delle imprese e della pubblica amministrazione piemontese. Infatti, pur in un contesto economico di crescita economica contenuta, sarà necessario affrontare il naturale turnover sul mercato del lavoro che da solo determinerà oltre l’81% del fabbisogno (216mila lavoratori nel quinquennio). La crescita economica, d’altra parte, potrà al massimo generare, a seconda della sua intensità e in maniera molto differenziata nei diversi settori, una quota di nuovi posti di lavoro che va dalle 26,7mila alle 72,6mila unità.
"Questa ricerca, strategica non solo per la competitività territoriale ma anche sul fronte sociale, ci ha visti lavorare in squadra con la Regione Piemonte e con Ires Piemonte. Abbiamo voluto mettere a fattor comune le nostre migliori energie e le nostre migliori metodologie, anche nazionali, per sviluppare un'indagine che, ambiziosamente, possa diventare la base per la programmazione formativa dei prossimi anni. Questi risultati sono una proiezione utile sia per chi costruisce percorsi formativi, sia per le famiglie. Fornire ai ragazzi le informazioni più aggiornate sulle tendenze del mercato del lavoro e sulle professioni che offrono le migliori opportunità per il futuro è fondamentale per effettuare consapevolmente alcune scelte strategiche", ha commentato Ferruccio Dardanello, Vice Presidente di Unioncamere Piemonte.
“Lo studio è di potenziale grande interesse per la Regione Piemonte, che ha affidato ad IRES Piemonte un programma di ricerca sulla ‘Analisi dei fabbisogni professionali per il Piemonte’, con finalità di previsione a sostegno della programmazione dell’offerta di attività formative. All’interno di un programma ampio - che prevede diverse linee di ricerca di natura statistico-quantitativa e analisi sul terreno con interviste alle imprese e ai gestori dei servizi formativi – Ires e Regione Piemonte hanno ritenuto utile inserire anche un’analisi di scenario previsivo basata sulla metodologia d’origine europea (CEDEFOP) adottata e adattata al contesto italiano dalla società PTSClas per il progetto Excelsior. L'obiettivo del modello di previsione è fornire stime attendibili sui fabbisogni occupazionali per gli anni successivi, articolate per settori economici, per profili professionali, per livelli e indirizzi di istruzione", aggiunge Mario Viano, Presidente di Ires Piemonte.
"Lo studio realizzato - dichiara l'Assessore regionale all'Istruzione, Formazione, Lavoro, Elena Chiorino - rappresenta per la Regione Piemonte un contributo nuovo e importante per la programmazione delle attività di istruzione e formazione e per l'orientamento professionale, in particolare dei giovani. Lo scenario delineato conferma l'urgenza di imprimere nuovo slancio al sistema piemontese colmando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, migliorando i risultati di apprendimento degli studenti e aiutando le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi mercati. In particolare con la prossima programmazione europea sarà fondamentale focalizzare le misure su un forte orientamento al risultato, mirando ad una maggiore integrazione delle politiche e alla concentrazione delle risorse su priorità fondamentali: le famiglie, le imprese, i lavoratori disoccupati, i giovani e le donne”.