Se Non Ora Quando - Cuneo aderisce all’iniziativa promossa dal Coordinamento Nazionale SNOQ. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato diffuso.
Noi donne, lo impariamo in fretta: che è meglio non girare da sole per strada, che è meglio farsi accompagnare da qualcuno. Che sul treno è meglio sedersi vicino a famiglie coi bambini. Che la nostra paura vale meno di niente. Lo impariamo in fretta e lo impariamo da ragazze, alla scuola media o forse anche prima, quando i ragazzi si sentono autorizzati ad allungare le mani, quando per strada gli uomini ti gridano parole che neppure conosci.
Quando senza pensare spingi via chi sull’autobus ti mette le mani addosso, e tutti prendono in giro te: che non sei spiritosa, che non sai stare al gioco. Qual è il gioco? Quando si accosta un’auto, e dal finestrino arrivano proposte o richieste, e finalmente riparte ma poi accosta di nuovo. E la paura, e il cuore in gola. Qual è il gioco? Quando affretti il passo e poi corri, e ti inseguono gli insulti gridati e le risa. E l’affanno, e l’eco degli insulti nella testa. Qual è il gioco? Non è un gioco, non è divertente, non è giusto! Quando la stampa affronta la questione, come avvenuto per l’adunata degli Alpini, spesso parla di “complimenti”. Gli atteggiamenti, violenti e prevaricatori, non sono riconosciuti come tali e vengono accettati dal contesto, e trovano nel gruppo conferma e approvazione. Oppure, si prendono le distanze: fenomeni isolati di “maleducazione”, la forza del “branco”, gli effetti dell’alcool. Sono molti, troppi, gli episodi che portano all’onore delle cronache il fenomeno delle molestie verso le donne, come successo per i festeggiamenti del Capodanno a Milano. Tutto viene affidato alle indagini, alle denunce, che nel nostro paese sono possibili solo quando si arriva alla violenza fisica. In Italia infatti il fenomeno delle molestie verbali agite da sconosciuti, anche in gruppo, non è definita come reato. Perciò, non sarà sufficiente registrare l’assenza di denunce per metterci a tacere.
Il fenomeno delle molestie di strada, del catcalling, può essere contrastato solo da un cambiamento profondo della società. In molti paesi negli ultimi anni la legislazione ha cercato di muoversi nella direzione di una maggiore tutela delle vittime e del contrasto alla cultura violenta e sessista che sta alla base del fenomeno (in Francia, ad esempio, il reato è definito da un decreto del 2018). Le donne e ragazze lo sanno, che la libertà rende più belle le strade da attraversare. Siamo vicine a tutte le donne e le ragazze che hanno denunciato di avere subito molestie, e ringraziamo “Non Una di Meno” che ha raccolto queste testimonianze.
Liliana Meinero