È sempre più forte e diffuso il malcontento dei vitivinicoltori della provincia di Cuneo per i malfunzionamenti delle procedure informatizzate dei registri di cantina, in vigore dal 1° luglio scorso. Le procedure, infatti, non funzionano e le imprese agricole sono in grande difficoltà. A questo si associa la preoccupazione di non poter rispettare il termine del 31 luglio per le dichiarazioni delle giacenze. Problematiche a cui Confagricoltura, a tutti i livelli, sta cercando da tempo di porre rimedio, come testimonia la recente lettera inviata dal presidente provinciale e regionale, Enrico Allasia, al presidente nazionale Massimiliano Giansanti: “Non dobbiamo desistere dal pretendere una semplificazione delle procedure che pongono a carico delle aziende, soprattutto le medio-piccole, una serie di obblighi insopportabili”, ha messo in luce Allasia.
“La piattaforma informatica e i programmi non sono in grado di supportare questa grande mole di dati causando continui intoppi e rallentamenti che impediranno di rispettare le scadenze di dichiarazione delle giacenze previste per il 31 luglio – dichiara netto il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Da mesi siamo al lavoro con i nostri operatori per cercare di ridurre al minimo gli inconvenienti informatici, ma continuano a persistere. Di queste problematiche abbiamo discusso anche nel corso della nostra assemblea di luglio a Vicoforte, manifestando apertamente la nostra preoccupazione al vice-ministro all’agricoltura, Andrea Olivero. Malgrado tutti gli sforzi dei nostri operatori, tuttavia, le complicazioni sono all’ordine del giorno. Il sistema pensato non è funzionale, perché troppo articolato e complesso soprattutto per le cantine medio-piccole che, ad esempio, fanno fatica a orientarsi tra i diversi codici e le numerose combinazioni di registrazione che questo sistema impone per ciascuna tipologia di vino. Occorre snellire i processi, ma ad ogni tentativo di miglioramento c’è sempre qualche ‘sorpresa’ che peggiora le cose”.
Tutto questo sta avvenendo con la vendemmia ormai alle porte: “Sarà impensabile operare in questo modo in piena campagna di raccolta – aggiunge Gianluca Demaria, presidente provinciale e regionale della sezione Vitivinicola di Confagricoltura -. Risolvere strada-facendo i problemi che emergeranno nella fase di svolgimento delle operazioni vendemmiali, infatti, sarebbe estremamente difficoltoso, se non ingestibile, per tutte le aziende. Alla luce delle tante problematiche era necessario rinviare l’entrata in vigore dell’obbligatorietà, a maggior ragione considerato che le lavorazioni stanno ora intensificandosi in preparazione della vendemmia”.
Negli scorsi giorni, infine, una lettera, a firma di Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative italiane, Unione italiana vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, è stata inviata al Capo Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero, alla Direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari e alla direzione ICQRF Nord-Est, elencando, nel dettaglio, la lunga serie di problematiche legate alla registrazione delle operazioni e all’aggiornamento dei codici di prodotto.