Rimandato a settembre, come si dice degli studenti non troppo brillanti. Questo, secondo la sindaca Patrizia Manassero, potrebbe essere il destino del progetto per il nuovo ospedale di Cuneo: “Fino a settembre immagino che non vedremo ulteriori notizie. È chiaro che il Pfte sarà il ‘core’ di questo argomento e - sebbene l’assessore Icardi mi abbia ripresa, perché ho detto che non abbiamo ancora certezze -, da questo dipenderà la legge di finanziamento”.
Il Pfte, ovvero il progetto di fattibilità tecnico economica, è stato in effetti depositato alla scadenza del 30 aprile, da parte dei progettisti incaricati dalla Inc spa. Ora però è la Regione che deve muoversi. Stando al cronoprogramma, l’obiettivo è far validare entro giugno il lavoro dei tecnici, in modo da arrivare per l’estate al parere vincolante regionale e alla dichiarazione di fattibilità. A quel punto, resterebbe solo da indire la gara. Questo è quanto era stato concordato a gennaio, garanti il presidente della Regione e il suo assessore alla Sanità insieme al direttore dell’Aso Livio Tranchida. In municipio sembra comunque aleggiare un certo scetticismo, motivato dalla concomitanza con le elezioni regionali. Anche supponendo che tutto fili nel più liscio dei modi, è il ragionamento, uno slittamento all’autunno è preventivabile.
Il Comune intanto ha “fatto i compiti” per la parte che gli compete: “Si sono evidenziate criticità sulla viabilità, rispetto agli accessi previsti, chiedendo al proponente di aprire una discussione su questo tema. Ho chiesto conseguentemente un tavolo permanente sulla viabilità, che avrà due grandi capitoli: la viabilità di cantiere e la viabilità ordinaria, una volta che l’opera sia realizzata”. Il tavolo si è già riunito due volte, fa sapere la sindaca: “In questo momento siamo in attesa di un elaborato sugli accessi del nuovo ospedale”. Per quando arriverà, il vicesindaco ha mandato di portare tutto davanti alla commissione consiliare.
Insieme al Pfte, fa sapere il consigliere comunale e provinciale Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo), l’Aso ha già inviato a Provincia, Comune e Anas la richiesta dei flussi di traffico: “Inizierà lì il cammino verso la progettualità della strada di servizio del nuovo ospedale”. Capitolo che per ora i progettisti hanno solo sfiorato: “C’è una viabilità schematica con l’accesso su due rotonde da via Carle, ma è volontà di tutto il tavolo togliere il traffico da via Carle e spostarlo dove c’è possibilità”. Questo è ciò che prevede il “vademecum” che il Comune ha consegnato ai progettisti: “Abbiamo esaudito tutte le volontà degli abitanti e del comitato di quartiere” assicura Pellegrino. A Confreria possono dormire sonni tranquilli, è il succo del discorso. Nel frattempo, il capogruppo centrista invita i colleghi a farsi avanti: “Se avete proposte, portatecele”.
Un’idea c’è già, anzi sono tre. Quelle contenute nel documento che il consigliere di Centro per Cuneo
Silvano Enrici, a nome dei “suoi” frazionisti, ha presentato proprio con l’obiettivo di “disimpegnare” via Carle. Solo una suggestione, precisano il proponente e i membri del suo gruppo. Abbastanza, però, per dare argomenti alle perplessità delle opposizioni:
“I problemi di viabilità non sono affatto risolti, - avverte
Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) -
malgrado la fantasia di Enrici che immagina rotonde sopra e sottoterra. La soluzione dev’essere trovata dal Comune e non dal proponente”. Ci sono i vincoli paesaggistici (su cui
“qualcuno la fa facile”, lamenta l’ex primario), e c’è da pensare agli espropri dei terreni vicini.
Giancarlo Boselli (Indipendenti) pone una questione di metodo, oltre che di merito:
“Non possiamo fare le cose ‘alla buona’: riportiamoci in linea a quello che dovrebbe essere il modo di agire da parte di un comune capoluogo. Neanche nei piccoli comuni si affida la proposta a un consigliere”.
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) teme accelerazioni su una proposta di viabilità rispetto alla quale “non abbiamo avuto modo di confrontarci”: “Bisogna anche pensare all’incrocio a monte per Cervasca: nella zona a valle di Confreria, invece, si potrebbero notare criticità nell’ingresso sulla grande rotonda. Le ricadute di questa scelta sugli abitanti della frazione di Confreria, comunque, non saranno poche. L’aumento del traffico non potrà non gravare sulla frazione e portare maggiore inquinamento, maggiore inquinamento acustico, maggiore traffico”. Dopo “sette anni di discussione sulla bontà di una localizzazione”, si chiede ironico Beppe Lauria (Indipendenza!), “come è stato possibile che noi tutti non avessimo capito di avere la soluzione ‘intra moenia’?”. “È l’opera più grande mai realizzata in questo comune, arriviamo in zona Cesarini e scopriamo che quella viabilità non va bene e che ci sono altre soluzioni” aggiunge il battitore libero della destra, con una previsione pessimista: “Credo che sull’ospedale ci faremo male: al di là delle diverse visioni, nessuno di noi desidera che la città ne abbia nocumento”.
Nel frattempo da Boselli è già arrivata una nuova interrogazione, nella quale si riprende il tema del traffico puntando il dito contro la “carenza da parte del Comune di una sua proposta chiara e precisa di assetto viario per il nuovo ospedale in Confreria (sua stretta competenza)”: “Le affermazioni della sindaca - aggiunge il leader di Indipendenti - rispetto ai tempi ancora molto lunghi della realizzazione del nuovo ospedale, non giustificano affatto le perdite di tempo e l’attuale l’immobilismo del Comune in materia di sua stretta competenza”.