“Obiettivo di questo incontro è stato quello di costruire un momento di confronto politico per arrivare ad una strategia comune per limitare i danni del cantiere del tunnel di Tenda, oggi sotto sequestro, e puntare alla rapida ripresa dei lavori. I sindaci di Limone e Tenda ci hanno fatto il punto della situazione, così come le associazioni di categoria e i sindacati: da tutti è emersa una criticità fortissima per i ritardi dell’opera, per le gravi conseguenze sulla stagione turistica, nonchè per i problemi di licenziamento delle maestranze (circa 100 lavoratori ndr) che lavoravano al tunnel. Anche i comuni del territorio hanno espresso crescente preoccupazione per il contraccolpo economico che ne è derivato. La sospensione dell’opera potrebbe avere conseguenze anche sul regolare approvvigionamento dell’acqua dalle sorgenti che forniscono l’Acquedotto delle Langhe e, di conseguenza, gran parte della Granda. Anche la Regione Piemonte segue con grande attenzione il problema, monitorando i lavori e valutando alternative di percorribilità. Il ministro Costa ed i colleghi parlamentari ci hanno assicurato il loro massimo impegno nella soluzione del problema che sarà portato all’attenzione internazionale dal ministro Graziano Delrio al vertice Italia-Francia previsto il 28 luglio a Lione. Costa ha riferito anche della possibilità di una visita sul posto a Cuneo del presidente Anas, quantomai necessaria dopo i comportamenti contradditori che hanno compromesso la fiducia tra il territorio e Anas”. Così, il presidente della Provincia, Federico Borgna, ha riassunto l’incontro del Comitato di monitoraggio per i lavori di raddoppio del tunnel di Tenda, che si è svolto nella sede di Cuneo lunedì 17 luglio. Oltre al ministro agli Affari regionali, Enrico Costa, erano presenti i parlamentari Mino Taricco, Fabiana Dadone e Chiara Gribaudo, il consigliere regionale Mauro Campo, rappresentanti del Settore Trasporti della Regione, sindaci e rappresentanti della valle Vermenagna e delle zone vicine, il sindaco francese di Tenda, il presidente dell’Acquedotto delle Langhe, rappresentanti delle categorie economiche e produttive, oltre alle forze sindacali.
Oggi la situazione del tunnel di Tenda risulta molto problematica. Come si ricorderà il cantiere per il raddoppio della galleria è sotto sequestro da circa 50 giorni, dopo lo stop della Procura che indaga su un fatto di corruzione nella fornitura dei materiali. Come ha ricordato Costa “è in corso un accavallamento di procedimenti autonomi, che toccano sia il piano giudiziario, sia quello operativo”. Al momento è tutto fermo per verificare le condizioni del manufatto e capire che non ci siano elementi che ne compromettano la sicurezza. Se le autorità daranno il via libera sarà necessario ripartire subito con i lavori, ma nel malaugurato caso in cui si riscontrasse qualche problema serio dovrà essere cura dell’Anas intervenire immediamente per rimuovere le cause del problema. In ogni caso i tempi e i costi dell’opera rischiano di dilatarsi.
Inoltre, c’è il problema del cedimento di un terreno franoso sul lato francese su cui pesano tonnellate di detriti estratti dallo scavo del nuovo tunnel. Il terreno è “protetto” da un muro di contenimento alto 11 metri, costruito dagli italiani, ma i francesi non si fidano più di Anas e lo hanno messo in sicurezza tra il 19 e il 21 giugno con un altro muro di contenimento. Nel frattempo, dopo il via libera di Procura di Cuneo e Prefettura di Nizza, sono iniziate le operazioni per rimuovere lo “smarino” che sarà smaltito nell’Astigiano.