Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata ai parlamentari cuneesi dal comitato "Scuole Aperte Cuneo".
Egregi Senatori e Deputati,
siamo cittadini della provincia di Cuneo, genitori, nonni, insegnanti, educatori e persone che da qualche settimana ci siamo ritrovati uniti in un movimento spontaneo, Scuole aperte Cuneo, di cui certamente avrete letto sui giornali locali: stiamo portando avanti su diversi fronti una battaglia pacifica per chiedere che la scuola sia considerata bene essenziale e come tale sia trattata, sempre, ma soprattutto in questo tempo di pandemia. E venga riaperta, dal nido alle superiori.
Abbiamo compreso che la chiusura della scuola ha assunto una valenza strategica e politica, a fronte di prove scientifiche che mostrano come la scuola sia uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio (Sara Gandini, The Lancet Regional Health-Europe). Le ricadute di queste chiusure sono ormai devastanti per bambini, ragazzi e famiglie. Fortunatamente anche i mass media iniziano ad accorgersi di una situazione rimasta nell’ombra per troppi mesi, ma che per noi è pane quotidiano.
Le famiglie sono stremate, le donne sono penalizzate, i nonni esposti ai rischi. Tanti bambini non hanno un contesto adeguato per seguire la dad (mezzi tecnologici, spazi, accompagnamento). Tanti, anche piccoli, sono per forza di cose lasciati soli in casa, perché di baby sitter non c’è produzione industriale e congedi parentali al 50% di questi tempi sono economicamente troppo scarsi. I ragazzi più grandi sono ormai rinchiusi da un anno e, se hanno evitato il covid, si stanno ammalando a livello psicologico, emotivo, relazionale, sociale. Anche gli insegnanti si stanno esaurendo con la dad e la scuola in questa prolungata distanza ha perso completamente il suo senso di comunità educante. Buchi nell’apprendimento, abbandoni scolastici, disuguaglianze sociali, ricadute economiche, ritardi europei. Per ciascuna “voce” di questo elenco ci sono dati, numeri, ricerche che li comprovano nella loro crescente drammaticità.
Diamo per scontate le ragioni per cui la scuola dovrebbe avere una priorità reale, essere un bene essenziale, tutelato, sostenuto, accompagnato, curato, adeguatamente protetto. Tanto più che i figli, in Italia, sono un genere in via di estinzione. Come potrebbe essere diversamente se le famiglie sono sempre le ultime ad essere considerate?
Ora noi vi chiediamo di spendervi in modo chiaro e forte per:
- garantire il ripristino della didattica in presenza dagli asili nidi alla 3° media (e non solo alla 1° media): sono scuole di prossimità territoriale, che si sono già adeguate ai protocolli sanitari
- rivedere con urgenza le norme previste per le zone rosse affinché non si chiudano più indiscriminatamente le scuole, ma si rinunci all’attività in presenza solo dove a livello locale, né provinciale, né regionale, lo richiedano i tassi di contagio.
- risolvere definitivamente i nodi affinché dopo Pasqua, anche per la secondaria di II grado riprenda la scuola in presenza, se necessario in rotazione al 50%, e non chiuda più
- garantire che nelle zone rosse, se le scuole dovranno restare chiuse, si possano promuovere mini-gruppi classe all’interno degli spazi scolastici o all’aperto. Non sia un surrogato ludico-ricreativo, ma sia la scuola “sotto le bombe del covid”.
I punti deboli si conoscono ormai da tempo. L’emergenzialità e l’improvvisazione erano giustificabili lo scorso anno. Ora la mancanza di soluzioni è imperdonabile.
Per queste imprescindibili ragioni Vi chiediamo un impegno concreto affinché a livello centrale sia data vera priorità alla scuola e alle famiglie, consentendo la riapertura per ogni ordine e grado, a prescindere dal colore delle zone e senza ricorrere a campagne “tamponali” diffuse ed indiscriminate: la scuola ha dimostrato di essere luogo presidiato e sicuro, restituiamole il suo giusto ruolo. Confidando nella Vostra sensibilità verso il tema scuola-famiglie, restiamo a disposizione per qualsiasi dialogo e confronto.
Comitato "Scuole Aperte Cuneo"