CUNEO - Tutte le criticità del carcere di Cuneo: tra sovraffollamento, mancanza di personale e turni estenuanti

Il direttore della casa circondariale Domenico Minervini denuncia un problema comune a tutta l’Italia: “C’è stata un’impennata dei detenuti. Non si valuta più la capienza regolamentare, ma quella tollerabile”

Micol Maccario 08/05/2024 08:48

A fine marzo 2024 le carceri italiane ospitavano 61.049 persone, un numero che è cresciuto costantemente nel corso degli ultimi anni. Anche nel penitenziario di Cuneo il sovraffollamento - unito alla mancanza di personale - rappresenta l’aspetto più critico. “Io sono qui da circa venti mesi, prima i detenuti erano 240, oggi sono 387. C’è stata un’impennata. Non si valuta più la capienza regolamentare, ma quella tollerabile”, dice Domenico Minervini, direttore della casa circondariale di Cuneo. E in un contesto in cui il numero dei detenuti aumenta, tutti i servizi perdono di qualità, dai colloqui con educatori e psicologi, fino alla possibilità di offrire posti di lavoro.
 
La popolazione detenuta a livello nazionale è cambiata negli ultimi anni. “Il carcere è un po’ lo specchio della società - continua Minervini - e, se il malessere aumenta fuori dall’istituto, è chiaro che anche dentro il numero delle persone che ha un disagio psichico cresce. Inoltre, gestirle in un luogo in cui si è sempre di più diventa ulteriormente complicato”. In questo senso, oltre all’azione congiunta del dipartimento per le dipendenze e di quello di psichiatria, un ruolo fondamentale è svolto dal lavoro: “Aumentando i detenuti dovrebbero crescere anche le possibilità lavorative. C’è tanta povertà e la difficoltà anche a fare gli acquisti più basilari, come un farmaco da dieci euro di fascia C, che quindi non è passato dal sistema sanitario nazionale. Il lavoro, oltre a essere il più importante tra gli elementi del trattamento, deve consentire di guadagnare qualche euro per vivere in maniera più dignitosa”.
 
In Italia non è raro che le condizioni delle strutture carcerarie siano fatiscenti e caratterizzate da pessime condizioni igieniche. La situazione a Cuneo però è migliore rispetto a quella di molte altre carceri: “Questo istituto è stato oggetto di ristrutturazione, ci sono stati interventi in due padiglioni su tre che hanno previsto, tra le altre cose, l’installazione di nuovi infissi e di docce nelle celle. Il padiglione non ristrutturato è del 2011, quindi è ancora abbastanza recente. Bisogna considerare però che, di nuovo, incide il problema del sovraffollamento, perché le condizioni igieniche diventano più precarie nel momento in cui i detenuti aumentano significativamente”. 
 
Un problema della casa circondariale di Cuneo riguarda la sanità perché mancano varie branche specialistiche. “Nella nostra struttura abbiamo anche il 41 bis. Nel momento in cui non c’è lo specialista adatto nel carcere, bisogna portare la persona in ospedale, ma in quei casi è necessario rinforzare le scorte per ovvi motivi di sicurezza”. È un tema già noto, sollevato da mesi, che si sta cercando di risolvere in collaborazione con l’Asl della città. 
 
Non è solo la condizione dei detenuti a rendere critica la situazione degli istituti penitenziari, ma anche quella di chi lavora tutti i giorni in quegli ambienti. Appena un mese fa c’è stata una protesta arrivata, come sottolineano i sindacati, dopo mesi di tensioni e appelli caduti nel vuoto. “Il personale è allo stremo delle forze - avevano denunciato le associazioni sindacali - al punto che svolge turni disumani anche superiori alle sedici ore consecutive non sapendo quando e se giungerà il cambio turno”. A questo si aggiunge il problema della sicurezza, numerose sono state infatti, anche di recente, le aggressioni al personale: l’ultima nota è di appena una decina di giorni fa.
 
Dopo la protesta, spiega il direttore, le criticità dell’istituto di Cuneo sono state affrontate con i sindacati, il prefetto, il provveditore e la sindaca della città: “C’è stata una forte attenzione da parte del provveditore, che ha riconosciuto la carenza del nostro istituto. Infatti, sono stati assegnati 25 nuovi agenti. È un numero elevato se consideriamo che Torino ne ha ricevuti trenta, ma è una struttura tre volte più grande”. Dei venticinque, sette sono arrivati subito e gli altri giungeranno nei primi giorni di luglio: “A quel punto la situazione migliorerà decisamente, ma bisognerà vedere se sarà solo una cosa temporanea. A settembre, infatti, ci sarà la mobilità del personale verso le altre regioni. Quindi, dovremo capire se andranno via più persone di quante arriveranno, come è successo l’anno scorso”.
 
A Cuneo la mancanza maggiore riguarda gli ispettori e i sovrintendenti, che coordinano il personale: “Siamo in una situazione gravissima. Abbiamo tre ispettori e sei sovrintendenti, ma dovremmo averne rispettivamente 21 e 25”. La mancanza di personale è un elemento critico in tutta la penisola italiana, ma nel carcere del Cuneese rende la situazione particolarmente complessa, perché sono presenti tanti agenti con meno di due anni di servizio, quindi giovani e inesperti, che vanno guidati da personale che ha anni di lavoro alle spalle: “C’è stato un primo provvedimento del provveditore, adesso ne vedremo l’efficacia. A luglio arriveranno i nuovi agenti, saranno giovani e senza esperienza, sicuramente figure fresche, ma che devono essere guidate”.
 
Tutte le problematiche della casa circondariale di Cuneo sono note da tempo, già a gennaio infatti è stato convocato un primo comitato di ordine e sicurezza: “Se non lavoriamo per tempo, per trovare soluzioni ai problemi che già abbiamo, il rischio è che si acuiscano ulteriormente, peggiorando la situazione e le condizioni del carcere”.

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