Tra i settori che attendono ancora di ripartire dopo il “lockdown” c’è quello del benessere e della cura della persona: fermi dalla seconda settimana di marzo, parrucchiere, barbieri ed estetiste attendono ancora di poter rialzare la serranda. Si tratta di un comparto che secondo i più recenti dati Istat occupa 262 mila persone in Italia. Dal 18 maggio le singole regioni avranno autonomia sulle riaperture, resta da capire quale sarà, per quanto riguarda il Piemonte, la scelta di Cirio: allinearsi e riaprire da lunedì, oppure scegliere la prudenza e attendere il 25 maggio? Ogni valutazione, ha fatto sapere il presidente, sarà fatta confrontandosi con il Ministero della Salute e osservando i dati epidemiologici dei primi dieci giorni di “fase 2”: una decisione definitiva dovrebbe arrivare entro la giornata di domani, venerdì 15 maggio. Inail e Istituto Superiore di Sanità, nel frattempo, hanno redatto un documento contenente i protocolli di sicurezza che le attività del settore benessere e cura della persona dovranno rispettare dopo la riapertura.
Le indicazioni sono state stilato da membri del Dipartimento Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro dell’Inail insieme ad esponenti del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il documento tecnico, per quanto riguarda barbieri e parrucchiere, indica di lavorare solo su appuntamento (definendo anche il tipo di trattamento), di prevedere deroghe ai giorni di chiusura e consentire l’estensione degli orari, in modo da ridurre i trattamenti in contemporanea. Consigliata la riorganizzazione dei locali con spazi ben definiti e distinti per i diversi clienti (che dovranno accedere in negozio da soli), anche con l’utilizzo di barriere separatorie: le postazioni, in ogni caso, dovranno essere distanti almeno due metri tra di loro. Se possibile, Inail e ISS consigliano di lavorare con le porte e finestre aperte e di eliminare ogni rivista e altri oggetti che possano essere di utilizzo promiscuo nel locale. Si indica poi di privilegiare i pagamenti elettronici al fine di non maneggiare denaro e di consegnare al cliente, all’ingresso, una borsa monouso per raccogliere gli effetti personali, da riconsegnare a fine servizio.
Per tutto il tempo all’interno del locale, salvo quello strettamente necessario per trattamenti specifici (ad esempio la barba) il cliente dovrà indossare una mascherina “di comunità” (quelle “fai da te” o in tessuto). All’interno del locale Inail e ISS consigliano di posizionare disinfettanti e dispenser per l’igiene delle mani: la postazione andrà comunque sanificata dopo ogni servizio.
Per quanto riguarda i centri estetici, ogni cabina, durante il trattamento, dovrà restare chiusa. Dove possibile, andranno pensate operazioni alternative per quei trattamenti del viso che implicano l’uso del vapore. Inibiti, dove presenti, sauna e bagno turco. Tra un trattamento e l’altro andrà disinfettata ogni superficie e andrà garantito il ricambio d’aria nella cabina.
I lavoratori dovranno indossare una mascherina chirurgica e guanti monouso, da cambiare per ogni cliente, per tutto l’orario, con l’aggiunta di visiere o schermi facciali per le attività di cura del viso (dispositivi che andranno disinfettati dopo ogni utilizzo). In particolare per gli estetisti dovranno essere previsti dispositivi di protezione individuale di livello protettivo superiore (FFP2 o FFP3 senza valvola espiratoria) per le attività di cura del viso che prevedono l’utilizzo di vapore o generazione potenziale di aerosol e, comunque, in tutti i casi già previsti dalla normativa vigente.
Inail e ISS consigliano poi di indossare abiti da lavoro diversi da quelli di arrivo al lavoro o in alternativa mantella-grembiule monouso.
Il documento non contiene indicazioni sul numero massimo di clienti che possono accedere al locale in relazione alla metratura, sul quale al momento non ci sono norme ufficiali: in questo senso, si legge nel testo, va comunque “richiamata la responsabilità dei clienti nell’osservazione delle misure igieniche e del distanziamento”.