Sono trascorse oramai cinque settimane dalla fusione per incorporazione di UBI Banca Spa in Intesa Sanpaolo. Un’operazione mastodontica che sul territorio cuneese, in particolare, ha suscitato più di qualche malumore sia tra i correntisti che tra i dipendenti: “Purtroppo non sono ancora risolti i complessi risvolti organizzativi che tale operazione ha comportato” osservano in proposito le segreterie territoriali dei sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca.
I rappresentanti dei bancari ribadiscono e rimarcano “i gravi disagi a cui continuano a essere sottoposti tutte le lavoratrici e i lavoratori ISP, sia provenienti da ex UBI, sia quelli pre-esistenti in Intesa San Paolo. La poca e sommaria formazione fornita circa i nuovi processi e sistemi operativi, l’endemica scarsità di personale, la mutata organizzazione del lavoro hanno determinato una evidente sofferenza, nonché notevoli difficoltà circa la problematica migrazione informatica. Nonostante il solito, costante, serio impegno, le lavoratrici e i lavoratori sono stati lasciati da soli, non attrezzati per servire la clientela che, come sempre, necessita dell’affidabile ed autorevole assistenza in presenza che era abituata a trovare in precedenza presso gli sportelli delle rispettive banche”.
A conferma di ciò si citano i gravi disservizi alla clientela che dal canto suo, scrivono i sindacati, “ha fortemente protestato con talvolta pochi ma inquietanti casi anche ai limiti della tolleranza”, ma anche i disagi arrecati agli sportellisti esasperati dalla situazione.
“È un vero peccato - concludono le sigle - che una fusione così importante, destinata ad incidere fortemente ed a lungo nel panorama bancario europeo, sia stata, in una provincia così operosa come quella di Cuneo, nella quale il gruppo ISP vanta la quota di maggioranza del mercato, così sottovalutata dal punto di vista organizzativo. Il cambiamento fa parte della realtà quotidiana, soprattutto quella del sistema bancario, e non intimorisce le lavoratrici e i lavoratori, che meritano però, rispetto e non possono essere mandati allo ‘sbaraglio’”.
La richiesta rivolta alla direzione è di affrontare al più presto il tema con “un considerevole e urgente investimento della banca in formazione, tecnologia e nuove assunzioni”.