"Da oggi la Granda e il Piemonte sono in zona rossa: vietato ogni spostamento”. Così titolavamo un anno fa, il 6 novembre del 2020. Con l’aumento dei contagi successivo all’estate e con la nuova ondata di casi di Covid-19 il Governo tornava a disporre dure restrizioni, molto simili a quelle della primavera precedente, introducendo la classificazione delle fasce di rischio per colori tutt’ora in vigore. Oggi, a un anno da quel giorno, la situazione si presenta profondamente diversa: nessuna nuova limitazione in vista, con il fisiologico (ma contenuto) aumento dei casi autunnale che per il momento non si sta traducendo in una situazione problematica per il sistema ospedaliero.
La differenza è nei numeri, e sono i numeri a restituire l’immagine dell’efficacia della campagna vaccinale. Al momento dell’entrata in vigore delle norme da “zona rossa”, la mattina del 6 novembre del 2020, in Piemonte c’erano 43.974 persone positive al virus: oggi sono 4.556, sostanzialmente un decimo. Un anno fa i ricoverati in terapia intensiva erano 249, oggi sono 21. Quelli nei reparti ordinari erano 3.698, oggi sono 206. Il totale dei ricoverati si è ridotto di 17 volte, ne consegue che il 6 novembre del 2020 necessitava di cure ospedaliere un positivo ogni 11, oggi uno ogni 20. Differenze abissali a parità di condizioni ambientali e con la totalità delle attività aperte: prove inconfutabili, come detto, dell’efficacia dei vaccini.
Nell’ultimo bollettino prima dell’entrata del Piemonte nella fascia a rischio maggiore, quello del 5 novembre 2020, erano stati segnalati 3.171 nuovi casi, con un tasso di positività dei tamponi del 19% (16.885 i test totali), oltre a 39 decessi. Ieri, invece, sono stati comunicati 386 nuovi contagiati, con un tasso di positività dei campo allo 0,7% (56.351 i test totali), oltre a tre decessi.