Il 33,3% dei medici tra giugno e settembre vede qua e là saltare i riposi settimanali che pure dovrebbero essere sempre garantiti. È quanto denuncia la Fadoi (Federazione medici internisti ospedalieri), riguardo alla situazione piemontese.
“Se pur riducendo le attività d’estate gli ospedali non chiudono per ferie - si legge in una nota della fondazione - e lo si deve ai sacrifici sostenuti dai medici per coprire la carenza di personale già di per se cronica. Nello stesso arco temporale il 22,2% è obbligato coprire i turni notturni con attività aggiuntive, mentre il 22% è chiamato a garantire anche i turni in pronto soccorso (il 16% anche al di fuori del periodo estivo)”.
“E questo - denuncia a sua volta il presidente della fondazione Fadoi, Dario Manfellotto - va a tutto discapito dell'attività delle medicine interne, che già dotate di un minor numero di professionisti sanitari in rapporto alla complessità dei pazienti trattati, finiscono così per perdere ulteriori quote di personale, che anziché essere presente in reparto è dato in prestito ai pronto soccorso”.
Gianlorenzo Imperiale, presidente Fadoi Piemonte, commenta: “Le nostre strutture di medicina interna garantiscono la gestione di ammalati complessi e comorbidità per cui si tratta di reparto in cui l'assistenza non può definirsi a bassa intensità, come ancora veniamo categorizzati. Molte fra le strutture hanno già cronicamente carenze di organico e se a questo aggiungiamo la complessità degli ammalati diventa consequenziale che il carico di lavoro è, di per sé, maggiore”.