Nei giorni scorsi il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni ha provocatoriamente affermato "Le strade sono strade e non riserve", annunciando l’intenzione di proporre una rivisitazione della normativa oggi in vigore per regolamentare l’utilizzo delle cosiddette ‘strade bianche’ di montagna con mezzi motorizzati e non. Ma che cosa intendeva nello specifico? Il riferimento è agli oltre mille chilometri di percorso di vie sterrate tra le province di Cuneo e Torino che secondo l’ex direttore dell’Atl del Cuneese: “Possono rappresentare una delle principali attrazioni turistiche delle nostre valli: l’esempio è la via del Sale (Limone – Monesi n.d.r.), dove l’accesso è regolamentato e chi la percorre paga un pedaggio. È bene chiarire che stiamo parlando delle ex strade militari, non di sentieri o altre carrabili”.
La ‘road map' è già tracciata: “Nel mese di settembre incontrerò il vicepresidente Fabio Carosso, che ha la delega alla montagna, per inserire delle risorse nel prossimo bilancio – spiega lo stesso Bongioanni -. In primis servono fondi per la mappatura, in seconda battuta per manutenzione e segnaletica”. Non una modifica dell’esistente, se non su aspetti secondari, ma l’esecuzione di quanto stabilito dalla legge 9 del 2010, per la quale “mancano i decreti attuativi”.
Sotto questo aspetto le modifiche proposte riguarderanno l’inserimento di fondi per il turismo montano e outdoor nella programmazione europea 2021-2027 e la soppressione dell’intermediazione della Provincia sulle risorse stanziate, con i comuni diretti beneficiari delle risorse stanziate dalla Regione.
Il consigliere di Fratelli d’Italia è serafico sulle polemiche sulla sicurezza: “Va valutato dai sindaci. Il senso unico è un’ipotesi, così come lo è la possibilità di installare dei semafori. Nella Valle delle Meraviglie (in Francia, nel massiccio del Mercantour), l’accesso è possibile solo accompagnati da una guida autorizzata”.
“Sono uno storico sostenitore dell’apertura delle strade bianche” afferma il sindaco di Casteldelfino, Alberto Anello, sostenitore del lavoro iniziato da Bongioanni. “Non vogliamo il far west esistente, ma regole e manutenzione. La percorribilità di queste vie porterebbe più turismo in Italia”. “Bisogna distinguere tra le strade e i sentieri: la via dei Cannoni che parte dalla Colletta di Rossana e arriva a Elva si snoda lungo 40 chilometri, a piedi la farei fare solo a un penitente. Le escursioni da fare con il cavallo di San Francesco sono altre: dai Laghi Blu al Bosco dell’Alevè. Sono due tipi di attrazioni che vanno distinte”, la risposta a chi si è dimostrato contrario all’iniziativa.