Riceviamo e pubblichiamo:
La sezione provinciale Italexit di Cuneo organizza per sabato 25 febbraio, a partire dalle ore 17,00, un sit in davanti al palazzo comunale di Cuneo per contestare le inique misure restrittive alla circolazione veicolare che dal 1° marzo arrecheranno enormi disagi sia ai cittadini che alle attività commerciali del centro città, e che, oltre ad avere essenzialmente un valore puramente ideologico, contribuiranno nuovamente a creare cittadini di classe A e di classe B.
Italexit osserva ormai da troppo tempo una siderale distanza tra l’operato della politica e le reali esigenze dei cittadini, i quali sono spesso impotenti destinatari di inutili, quanto ignobili, provvedimenti che vanno ad impattare pesantemente sulla loro vita sociale e professionale. L’ordinanza sindacale che dal 1° marzo entrerà in vigore in città non ha nulla di filantropico, e soprattutto niente a che vedere con la salvaguardia ambientale ed il benessere dei cuneesi. Il provvedimento in questione è purtroppo soltanto un minuscolo tassello di quel grande disegno globale chiamato opportunisticamente “Rivoluzione verde”, che, purtroppo, non è stato pensato nell’interesse dei cittadini, ma unicamente per continuare ad ingrassare gli insaziabili appetiti e profitti delle grandi multinazionali sovranazionali.
Italexit trova veramente deprecabile la deriva politico istituzionale Italiana che ormai non sembra più essere al servizio del popolo, ma completamente asservita ai dettami europei che, al loro volta, sono volti a soddisfare principalmente gli interessi dei mercati e delle grandi lobby industriali. Le limitazioni alla circolazione nel centro cittadino di per sé potrebbero anche essere una cosa buona per la qualità dell’aria, ma per esserlo dovrebbero essere rivolte a tutti i veicoli, indipendentemente dalla classe di omologazione. Magari si potrebbe pensare ad una grande ZTL con dei pass per i commercianti ed i loro fornitori, per i residenti e per i mezzi di soccorso.
Forse gli amministratori comunali non hanno coscienza di cosa avviene tutti i giorni davanti alle scuole cittadine, con decine di automobili ferme in seconda e terza fila per decine di minuti con motore acceso (molte delle quali SUV Euro 5/6) per accompagnare/riprendere i figli. Tutto questo sotto l’attento occhio della Polizia Municipale, che non batte ciglio. Forse gli amministratori comunali non sanno che la maggior parte dell’inquinamento prodotto da un’auto avviene durante la sua produzione e, successivamente, alla fine della sua vita durante lo smaltimento/rottamazione. Sarà per questo che si sentono in dovere di spingere i propri concittadini a sostituire la propria automobile per non vedersi discriminati nelle loro libertà di movimento con un automezzo che, fino a prova contraria, ha un’omologazione statale e per cui si paga un salato bollo di circolazione.
Saltano immediatamente in evidenza moltissime incongruenze tra quello che si chiede ai cittadini e quelle che sono le norme che regolano la nostra società. Infatti non si spiega il perché una persona può acquistare un’auto di seconda mano Euro 1/2/3/4 e poi, una volta uscito dal concessionario, non può fruirne pienamente e liberamente per delle ordinanze comunali che di fatto negano delle omologazioni che lo Stato avvalla per la circolazione. Qualcosa sicuramente non funziona!
Gli amministratori comunali si sono posti alcune semplici domande prima di deliberare un provvedimento così impattante sulla vita cittadina e sull’economia privata dei cuneesi?
● Chi non ha un’automobile con omologazione Euro 5/6 potrà permettersi di sostituirla?
● Siamo sicuri di fare un’operazione a salvaguardia dell’ambiente contribuendo a spingere per la produzione di nuovi veicoli e la prematura rottamazione di altri ancora in buone condizioni?
● Le nuove limitazioni alla circolazione non rischieranno di penalizzare le numerose attività commerciali del centro a favore dei grandi centri commerciali di periferia?
● Ci siamo posti il problema di chiedere preventivamente ai nostri concittadini cosa ne pensassero?
● L’amministrazione sta dando il buon esempio con un parco automezzi adeguato (compreso il trasporto pubblico)?
Il Direttivo provinciale di Italexit, pur non avendo incarichi istituzionali, tutte queste domande se le è poste, e trova veramente deprecabile continuare a far pagare sempre il “conto” agli incolpevoli cittadini.
Per tutte le ragioni esposte (e per molte altre) Italexit non si rassegna, continuando la propria lotta al fianco delle persone, destinatarie di provvedimenti assolutamente improduttivi ed assolutamente vessatori nella loro natura altamente discriminatoria tra chi può (ricchi) e chi non può (tutti gli altri).
Italexit ringrazia per le grandi manifestazioni di sostegno ricevute in questi ultimi mesi, e ricorda a tutti che lo Stato siamo noi.