CUNEO - Un viale per Norma Cossetto a Cuneo: Nazione Futura appoggia la proposta di Lauria

Paolo Radosta, presidente provinciale dell’associazione, interviene per sostenere l’intitolazione della passeggiata in corso Solaro alla martire istriana

24/02/2024 11:20

“Giusto intitolare una via a Norma Cossetto e ai martiri delle Foibe anche a Cuneo. Il capoluogo della Granda è ancora privo di un luogo dove ricordare gli italiani vittime di un genocidio per opera del dittatore jugoslavo Tito, nonostante le numerose manifestazioni che anche quest'anno il Comitato 10 Febbraio ha realizzato per sensibilizzare le giovani generazioni sull'argomento”. È quanto dichiara Paolo Radosta, presidente provinciale di Nazione Futura.
 
“La proposta del consigliere comunale Beppe Lauria, può essere una soluzione alla richiesta giunta al comune di Cuneo da più parti, anche a livello nazionale, per individuare una strada o una piazza da intitolare agli italiani vittime del genocidio avvenuto tra il 1943 e il ’47 nel confine orientale del Paese - prosegue Radosta - soprattutto se pensiamo a quello che stabilisce la legge n.92 del 2004 nel sottolineare che deve essere ‘…favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende… per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate”.
 
Norma Cossetto era una giovane studentessa istriana di 23 anni, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba ancora viva. “Quale miglior profilo di donna - si chiede il rappresentante di Nazione Futura - per rispondere alla proposta lanciata in primis dal Comitato di quartiere Cuneo Centro per l’intitolazione della bella passeggiata che sull’altopiano affianca viale degli Angeli?”.
 
“A volte sembra che per la memoria dei civili, uomini, donne e bambini trucidati sul confine orientale, decine di migliaia insieme ai 350mila costretti a lasciare le proprie case, oltre al danno ci sia la beffa, perché in Italia molti comuni si dimenticano ancora di loro mentre lo Stato ha addirittura consegnato la più alta onorificenza della Repubblica italiana al loro carnefice. - ricorda amaramente Radosta - Anche se proprio in questi giorni sembra che sia partito l’iter per abolire questa indecenza. Infatti, la Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati ha dato il via libera alla revoca dell’onorificenza al maresciallo Tito”.

c.s.

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