CUNEO - "Una perdurante mancanza di rispetto verso le donne, non giustificabile da cavilli giuridici"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato delle Democratiche di Cuneo sulla sentenza del Tribunale di Torino che ha assolto un uomo condannato per stupro in primo grado

Redazione 11/07/2022 14:35

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Lo scorso giovedì i giudici della Corte d’Appello di Torino – presidente donna più due consiglieri uomini - hanno assolto un giovane uomo dall’accusa di stupro ai danni di una coetanea, ribaltando la sentenza di condanna in primo grado. L’antefatto: i due giovani si conoscevano ed erano amici, si erano scambiati qualche bacio, avevano preso un aperitivo insieme, avevano bevuto un bicchiere di troppo, lei gli aveva chiesto di accompagnarla in bagno e di aspettarla davanti alla porta, che aveva tenuto socchiusa. Comportamenti che, secondo quei giudici, avrebbero indotto il ragazzo “ad osare” e a violentare la ragazza. Forse aveva equivocato.
 
Le motivazioni della sentenza di cui sopra, che si apprendono dai giornali, si commentano da sole e ripropongono i vecchi pregiudizi per i quali è la vittima che deve provare di essere stata violentata e non l’accusato del reato a provarne il consenso. Ricordiamo le orrende giustificazioni quali “aveva un atteggiamento provocante” o “indossava jeans troppo stretti“ o “sembrava che ci stesse” o altri simili, se non peggiori, stereotipi sessisti. Così si ribaltano le parti e, in troppi casi, è la donna a essere posta in stato di accusa, e pur avendo denunciato, non viene creduta e in tribunale può subire anche violenze verbali e inquisitorie e quasi si insinua che abbia mentito.
 
Una perdurante mancanza di rispetto verso le donne, non giustificabile da qualsivoglia sofisticazione o cavillo giuridico. Se tali motivazioni saranno confermate, ci auguriamo che la Corte di Cassazione  ribalti la sentenza dei giudici d’appello. E invochiamo l’approvazione al più presto del ddl presentato in Senato dalla senatrice Valeria Valente del PD che stabilisce che in assenza di consenso c’è violenza sessuale, introducendo, come in Spagna, un principio fondamentale: nessuna forma di rapporto o approccio sessuale è lecito senza il consenso chiaro della persona.
 
“Solo sì è sì”. Qualsiasi atto compiuto senza il consenso esplicito della donna è quindi violenza. Basta attenuanti, scuse, interpretazioni o mistificazioni. Anche in Italia.
 
Le Democratiche Cuneo

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