Riceviamo e pubblichiamo.
Apprendiamo dai giornali che nel CDA della Fondazione CRC sarà presente soltanto una donna. L'articolo 6 dello statuto, c. 5, recita: ”Nella composizione dei propri organi la fondazione si attiene al principio dell'adeguata presenza di genere”. È vero che un termine così generico puo’ essere interpretato in vari modi, ma riteniamo opportuno mutuare la normativa prevista dalla c.d legge “Golfo-Mosca” che prevede per i consigli di amministrazione delle società quotate e delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni una partecipazione minima di ciascun genere pari al 30% che dovrebbe essere aumentato ed arrivare, nel 2026, al 40% (precisiamo che ciascun genere non significa 30% donne e 70% uomini, va bene anche il viceversa).
In questo caso invece si è optato per nominare un CDA Composto da sei uomini e da una donna: questa è una situazione che è ben lungi dall’assicurare adeguata rappresentanza. Riteniamo questo fatto gravissimo: un ente erogatore di tanti denari per tanti progetti, se fosse governato in modo paritario tra uomini e donne sicuramente effettuerebbe scelte differenti, essendo i suoi rappresenti portatori di interessi e sensibilità diversi. Dovrebbe essere rappresentativo del 50% della popolazione di riferimento, mentre in questo caso rappresenta quasi esclusivamente il potere maschile e patriarcale.
Tutte le battaglie portate avanti in questi anni non sono servite a nulla: gli enti che hanno più di una nomina sono per legge costretti ad indicare un rappresentante di sesso diverso, mentre chi ne ha solo una non si preoccupa: sceglie quasi sempre uomini, in quanto ritenuti gli unici in possesso di quelle competenze e capacità previste dallo statuto!
Da anni ormai le donne chiedono che siano rispettati criteri di pari rappresentanza nelle istituzioni, premessa indispensabile per promuovere il cambio di sensibilità e di cultura necessari per superare la violenza e le disuguaglianze di genere. Chiediamo agli enti designanti che dovranno procedere alle nomine per surroga di indicare una donna tra le tante in possesso dei titoli richiesti, almeno pari a quelli dei personaggi di cui si sta vociferando, ritenuti idonei solo perché legati al potere politico. Dobbiamo essere tutti consapevoli che senza parità di genere e di diritti non è possibile una convivenza civile e democratica, utile a tutta la società.
Se non ora Quando?
Cuneo