Solo quattro milioni di euro per la promozione dell’ecoturismo e del turismo sostenibile che mirino a minimizzare gli impatti economici, ambientali e sociali. Ben 148 milioni invece nel Fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale.
Entrambi i fondi arrivano dal Ministero del Turismo e sono destinati alle imprese. Tra questi ci sono i 209mila euro stanziati in favore della società Impianti Funiviari e Turistici di Limone Piemonte spa. Decreti e graduatorie sono stati pubblicati nelle scorse ore sul sito del Dicastero guidato dal ministro Santanché. Ma c’è chi, in particolare l’Uncem, manifesta perplessità per “l’enorme forchetta di risorse tra i due fondi”, entrambi previsti nella legge di bilancio 2023, quella varata dal Parlamento un anno fa.
Al “tesoro” destinato agli impiantisti di risalita sappiamo si aggiungeranno 100 milioni nella legge di bilancio il cui esame è partito alla Camera dei Deputati: “Diciamo che da 4 a 148 passano 144 milioni. Che potevano essere distribuiti diversamente, anche mettendo in sinergia i due fondi e i due finanziamenti”. Come? “Guardando alla vera sostenibilità, alle green communities, non solo ai 300 paesi alpini e appenninici con impianti di risalita, importantissimi, ma non da soli, in un sistema” risponde il presidente Uncem Marco Bussone.
“Non vi è turismo senza felicità delle comunità” aggiunge, citando Carlo Petrini: “I finanziamenti del Ministero del Turismo, ribadiamo con forza, vanno investiti coinvolgendo insieme con le imprese - come Uncem aveva chiesto, inascoltata senza motivo, in alcuni tavoli tecnici ministeriali - direttamente gli Enti locali, Comuni, Unioni montane, Comunità montane. Potevano essere loro i beneficiari, per fare progetti integrati pubblico-privati, per le comunità locali”. Invece le risorse ministeriali vanno direttamente alle imprese e molte di queste dovranno garantire il futuro dello sci: “Che con la crisi climatica in corso, ‘tragedia’ come ribadisce il Papa, va totalmente ripensato”.
Servirebbe, suggerisce l’unione dei comuni montani, rivedere il sistema del trasporto pubblico locale - “vera essenza dei territori” - e “democratizzare” la fruizione della risalita meccanica, destagionalizzando: “Possiamo, dobbiamo ripensare la sostenibilità del turismo invernale senza neve, con molte meno precipitazioni, con costi energetici importantissimi e in aumento. Perché, sapendo tutti che il turismo è un comparto fondamentale per l’economia di tante valli - non senza agricoltura e dunque paesaggio - Uncem crede nell’investire su un futuro che affronti crisi climatica, demografica, economica. Che attanaglia tutte le montagne. Ci guidi questo impegno nell’uso di 148 (+4) milioni di euro”.