CUNEO - Unesco, le Colline del Prosecco sono patrimonio dell’umanità

In lizza per il riconoscimento avrebbe dovuto esserci anche la candidatura delle Alpi del Mediterraneo, ritirata la settimana scorsa. Ma si spera di poterla ripresentare

Andrea Cascioli 07/07/2019 15:24


Alla fine una vittoria per l’Italia all’Unesco c’è stata, ma non è quella in cui speravano i promotori della candidatura a patrimonio dell’umanità delle Alpi del Mediterraneo.

A Baku, capitale dell’Azerbaigian, la 43/a sessione del World Heritage Committee ha approvato l’ingresso delle Colline del Prosecco nel prestigioso elenco di tesori naturalistici e culturali tutelati dalle Nazioni Unite. Un riconoscimento atteso da dieci anni che premia gli sforzi del sito di Conegliano e Valdobbiadene, inserito nella lista positiva nazionale nel 2010 e poi nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Tradizionali nel 2015.

Per l’Italia è il 55esimo riconoscimento Unesco e conferma il secondo posto del nostro Paese nella speciale classifica dove la Cina domina con 57 patrimoni tutelati (due quelli che si sono appena aggiunti a Baku). In totale sono 22 le nomination che il World Heritage Committee ha approvato in questa sessione, portando l’elenco dei siti tutelati a 1093: tra i nuovi ingressi, spicca l’inserimento dell’antica città di Babilonia.

Tra le candidature che gli esperti delle Nazioni Unite hanno vagliato in Azerbaigian avrebbe dovuto figurare, in teoria, anche quella promossa da Italia, Francia e Principato di Monaco che comprendeva un’area di 268.500 ettari tra le montagne e il mare, integrando buona parte delle alte valli tra la Stura e il Tanaro in provincia di Cuneo. La candidatura delle Alpi del Mediterraneo era stata approvata lo scorso 24 gennaio dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco, ma aveva visto un brusco stop dopo la bocciatura da parte dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), incaricata di vagliare in prima istanza le proposte presentate all’organismo Onu.

Per questo motivo il 27 giugno i proponenti avevano deciso di ritirare la candidatura, su richiesta dei monegaschi. Un eventuale niet del World Heritage Committee, infatti, sarebbe stato definitivo, mentre in questo modo sarà possibile ripresentare il dossier in futuro: non sarebbe la prima volta, dato che sia le Langhe che le Dolomiti hanno dovuto passare un secondo esame prima di cogliere il successo.

Un particolare, per adesso, può lasciare un po’ di amaro in bocca: tra i siti naturalistici scrutinati nell’ultima sessione dell’Unesco, infatti, quello italo-franco-monegasco è l’unico non aver visto coronare le proprie aspirazioni insieme al parco nazionale di Kaeng Krachan in Thailandia, su cui la decisione è stata posticipata a causa delle proteste della minoranza etnica Karen contro il governo di Bangkok.

Successo invece per gli altri quattro candidati (i santuari degli uccelli migratori nel golfo di Bohai sul Mar Giallo in Cina, la foresta di Hyrcanian in Iran, i mari e le terre australi della Francia, il parco nazionale Vatnajökull in Islanda) e per il sito ‘misto’ naturalistico-culturale di Paraty e Ilha Grande in Brasile.

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