CUNEO - Vaccino anti Covid, il Dirmei incontra i medici contrari

L'incontro domani presso la sede dell'Ordine dei Medici di Torino: "Obiettivo della riunione è quello di instaurare un confronto costruttivo"

Redazione 26/07/2021 15:53

Il Dirmei, in collaborazione con l’Ordine dei Medici di Torino, ha invitato i medici che hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid a un incontro di approfondimento sull’argomento. L’incontro si terrà domani, martedì 27 luglio, presso la sede dell’Ordine a Torino, in corso Francia. Interverranno il Coordinatore generale e Commissario per il piano vaccinale Covid-19, Antonio Rinaudo, il direttore della Scuola di specializzazione in Malattie infettive dell’Università degli Studi di Torino, Giovanni Di Perri, il presidente dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino, Guido Giustetto.
 
Si legge nel comunicato comparso sul sito dell'Ordine: "Obiettivo della riunione è quello di instaurare un confronto costruttivo con i medici contrari alla vaccinazione affrontando la tematica in tutti i suoi aspetti, dal punto di vista scientifico e dal punto di vista deontologico, con le conseguenti ricadute di carattere giuridico legate all’obbligatorietà".
 
L’invito è stato inviato ai medici piemontesi che si sono opposti anche formalmente alla vaccinazione, presentando ricorso al Tar contro la normativa dello Stato che sancisce l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Ma l’incontro è esteso a tutti i colleghi che volessero partecipare, sia in presenza che a distanza.
 
Come diciamo da mesi, la vaccinazione è uno strumento di grandissima importanza nella lotta contro il Covid e personalmente ritengo che, in assenza di problemi di salute che veramente lo impediscano, e sono pochi, tutti i medici e tutti gli operatori sanitari dovrebbero vaccinarsi. – sottolinea il presidente Giustetto -. Come è noto, le norme che ne sanciscono l’obbligo prevedono per i medici che si oppongono al vaccino la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio”.
 
Crediamo sia giusto – aggiunge –, prima che si proceda con le sanzioni, cercare un dialogo con questi colleghi, provando a discutere insieme le ragioni per cui vaccinarsi e i motivi del loro rifiuto”.

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