Sbloccare con urgenza lo stallo che impedisce la realizzazione della variante di Demonte: è l’obiettivo della lettera, firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dall’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti Marco Gabusi, trasmessa nelle scorse ore al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai Ministri all’Ambiente e ai Beni Culturali, Costa e Franceschini.
“I cittadini di Demonte - si legge nella lettera - non possono più attendere che la loro salute sia messa quotidianamente a rischio dalla lentezza della burocrazia”.
La realizzazione della variante è fondamentale, infatti, per decongestionare il traffico a cui è sottoposto da anni il centro abitato del comune cuneese, in cui quotidianamente transitano oltre 600 tir diretti allo stabilimento di imbottigliamento delle acque Sant’Anna.
“L’insostenibile traffico di mezzi pesanti - scrivono il presidente Cirio e l’assessore Gabusi - crea una situazione non più sopportabile per gli abitanti di Demonte per i rischi di sicurezza e soprattutto di salute derivante dall’inquinamento di polveri sottili”.
A bloccare la situazione il parere discordante tra il Ministero dell’Ambiente, che ha dato via libera al progetto dell’Anas, e quello del Mibac che ha invece espresso parere contrario alla luce della presenza dei resti del Forte della Consolata. Data la divergenza tra Ministeri, l’iter di autorizzazione è passato a fine 2019 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dopo un incontro avvenuto a dicembre avrebbe dovuto per legge esprimere un parere entro 30 giorni.
Proprio durante quell’incontro - ricordano nella lettera Cirio e Gabusi - è stata la stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri a rilevare espressamente “l’esigenza di intervenire sulla situazione esistente, in quanto non appare sostenibile la situazione di disagio e di pregiudizio degli abitanti del Comune di Demonte, sia sotto l’aspetto della sicurezza che della salute”.
“Ad oggi però - continuano Presidente e Assessore - non è stato fatto nessun passo avanti, né sono pervenuti i pareri formali dei Ministeri interessati, senza i quali l’intera opera risulta bloccata”.
Essendo state prodotte da Anas cinque diverse progettazioni con la volontà di garantire la tutela dei resti del Forte - spiegano ancora Cirio e Gabusi - “appare evidente, anche rispetto al quadro economico previsto per l’opera e gli anni trascorsi senza che nulla accadesse, che un eventuale diniego pregiudicherebbe la realizzazione della variante”.
“Per questo motivo - concludono - siamo certi che la Presidenza del Consiglio vorrà dare una risposta tempestiva a un’esigenza improcrastinabile”.