A sostenere la vendemmia in pieno svolgimento è il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del 5,4% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale 6,2 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2019 in occasione della presentazione delle previsioni vendemmiali 2019 di Ismea, Assoenologi e Unione italiana vini che hanno rivisto le stime di inizio agosto all’avvio della raccolta delle uve.
Si stima una produzione di 46 milioni di ettolitri di vino, il 16% in meno dell'anno scorso con l’Italia che è il primo produttore mondiale davanti alla Francia che si ferma a 43,9 milioni di ettolitri e la Spagna a 40 milioni secondo i Ministeri agricoli dei due Paesi. La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.
In Piemonte si stima una riduzione del 15%, rispetto allo scorso anno, con l’avvio della vendemmia avvenuto già dopo Ferragosto per quanto riguarda la base spumante, Chardonnay e Pinot Nero e proseguito con le uve Moscato a fine agosto. Ora tocca all’Erbaluce, al Gavi, al Timorasso, all’Arneis e successivamente a Dolcetto, Nebbiolo, Grignolino e Barbera.
“Annata di gran qualità anche per quanto riguarda il grado zuccherino, complici le elevate temperature, ma saranno fondamentali i prossimi giorni ed anche il mese di ottobre per confermare le previsioni. Certo, a livello quantitativo, quest’anno si paga il prezzo della grandine che, in certe aree, ha completamente azzerato il raccolto ed, in generale, del maltempo che si è abbattuto sui nostri territori. - commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Il vino piemontese, che vanta 42 Doc e 17 Docg, è cresciuto proprio scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare anche i palati stranieri. Grazie ai suoi alti standard qualitativi, infatti, continua ad essere particolarmente richiesto all’estero, la Gran Bretagna ne assorbe circa il 20%, ma anche dalla Cina e dal Giappone stanno arrivando dei forti segnali: la prima ha visto una crescita del 75%. Oltretutto, come sta avvenendo anche a livello nazionale, la domanda per il vino biologico in Piemonte è in aumento: attualmente nella nostra regione sono 20 mila gli ettari destinati a questo tipo di produzione. Segno di un'agricoltura sempre più green e di un'attenzione da parte dei nostri imprenditori verso l'ambiente".