Riceviamo e pubblichiamo la reazione del presidente provinciale dei Tecnici della Prevenzione Ezio Barp dopo la puntata di Report sulla viabilità in valle Stura.
Egregio Direttore,
dopo la puntata di Report di Rai Tre andata in onda lunedì 25 ottobre 2021 vorrei puntualizzare alcune cose che ritengo importanti: pertanto Le chiedo un po’ di spazio sul suo giornale.
Innanzitutto voglio ringraziare pubblicamente la troupe dei giornalisti di Report per aver dato visibilità, in un programma di prima serata sulla tv nazionale, alla stucchevole vicenda che vede, loro malgrado, protagonisti passivi (e spesso ignavi) i demontesi e tutti gli abitanti dei paesi attraversati da questa assurda mole di traffico pesante.
Report ha fatto il suo lavoro, è andato vicino al nocciolo della problematica, ma purtroppo non l’ha “centrato”: infatti il reale problema di questa situazione disastrosa è lo stallo politico, con gli esponenti locali attualmente in Parlamento che sono inconsistenti e, ultimamente, pure inesistenti al riguardo dei problemi di viabilità della valle Stura di Demonte e della provincia di Cuneo. Mi riferisco all’onorevole Chiara Gribaudo del Partito Democratico che è di Borgo San Dalmazzo, cioè a inizio della valle; all’ononrevole Monica Ciaburro di Fratelli d’Italia, sindaca di Argentera a fine valle; al senatore Giorgio Maria Bergesio della Lega originario di Demonte (centro valle) e alla ministra di Carrù onorevole Fabiana Dadone, esponente M5S. Ci sarebbe da aspettarsi tanto o, quantomeno, il dovuto da tutti i summenzionati parlamentari: invece nulla, silenzio assordante e assenza totale.
Report, nonostante fosse stata ampiamente informata e documentata dal sottoscritto e dall’ex consigliere provinciale Paolo Chiarenza (vera e appassionata memoria storica delle infrastrutture provinciali), non ha evidenziato che in oltre 20 anni sono stati proposti ben 5 progetti di variante di Demonte, prima a sx orografica del fiume con gallerie sotto le alpi Cozie, poi cone passaggi alla dx orografica del fiume lato alpi Marittime, poi con passaggi al centro valle (dove c’è la collina morenica glaciale del Podio) tutti naufragati a un paio di metri dalla costa per i pretesti più bizzarri e curiosi, che riassumo brevemente di seguito:
1. motivazioni naturalistico-ambientali (per la verità ben corroborate dalla volontà di preservare il fazzoletto di terra di qualcuno) che hanno bocciato il progetto denominato “alternativa 2” (quello a detta di tutti, io per primo, più logico e più economico, vale a dire con l’adeguamento della strada provinciale ex militare) a causa del fatto che parte dell’area ricade in S.I.C. (siti di interesse comunitario, leggasi Rete Natura 2000) e Z.P.S. (zone protezione speciale, leggasi direttiva habitat), per presunti nocumenti a farfalle e specie volatili migratorie e simili pretesti;
2. alle motivazioni paesaggistiche e storiche che adesso bocciano le alternative 4 e 5 le quali prevedono la galleria sotto la collina del Podio (vera e propria assurda idea in una valle così ampia, motivata da ANAS per diminuire l’impatto paesaggistico), con l’improvvisa (e inaspettata) venuta a conoscenza della presenza di una perla di architettura militare imperdibile e ancora integra rappresentata dai resti del Forte della Consolata di Demonte (speriamo che qualcuno adesso venga a tagliare la boscaglia che l’ha nascosta in questi ultimi 200 anni);
3. alle ragioni antieconomiche del progetto denominato “alternativa 1” che prevedeva lo scavo di quasi 4 km di galleria sotto le alpi Cozie + un viadotto.
Adesso è presumibile aspettarsi la progettazione di un sesto progetto e con nuove ragioni per bloccarlo, che posso così immaginare:
a) una nuova fantomatica frana sulle alpi Marittimi all’altezza della “salita del bersaglio” sulla strada provinciale (ex militare), con perizie e consulenze varie contrastanti da geologi di una e dell’altra parte, con il chiaro intento di boicottare un progetto di ristrutturazione della strada alla dx orografica del fiume Stura (ribadisco, la più logica, sensata ed economica).
b) Se si decidesse di passare sulla “sella” tra la collina del Forte e quella del Podio, con inizio dalla piana di Rialpo e uscita verso la ex militare, immagino che ci sarà una ragione idraulica di mega inondazione del fiume, sostentuo da tesi di alluvioni con onde alte 30 metri che al confronto farebbero impallidire lo tsunami dell’oceano Indiano del 2005.
c) Oppure una nuova specie animale o vegetale da tutelare (la farfalla Maculensis ecc.).
Curiosa, poi, la perentoria posizione assunta dalla Soprintendenza beni culturali del basso Piemonte (che dal 2010 al 2018 aveva dato per un parere favorevole al progetto dell’alternativa 5, per poi contraddirsi a febbraio del 2019) e del Ministero della Cultura sempre nel 2019: “riprendete in considerazione il progetto dell’alternativa n°1”, quello, tanto per rammentarlo, con 3 km di galleria scavate sotto le alpi Marittime + 1 viadotto sul vallone dell’Arma a scavalcare il torrente Kant. Già: ma oltre al costo già giudicato non economicamente sostenibile (sentenziato dall’allora presidente della Provincia Gianna Gancia in un suo intervento di vera sciagura per questa valle), l’Anas ha già spiegato nelle sue controdeduzioni che dall’opera deriverebbero circa 600mila metri cubi di smarino da trovare allocazione (chi se li prende? Dove si mettono?) oltre a tempi di realizzo lunghissimi.
Nel frattempo il diritto costituzionale alla salute e sicurezza (intesa come incolumità) degli abitanti e usufruenti del centro passa in secondo piano: intanto chiunque (specialmente chi abita altrove) pare essere legittimato a fare ingerenza in questioni chiaramente di parte, volte a tutelare la propria passione ambientalista piuttosto che quella storica o culturale piuttosto che interessi di parte: ecco perché è necessario e fondamentale che la soluzione sia di tipo politico.
E infine, mi consenta una “tirata d’orecchie” a:
1) Fonti di Vinadio spa – Acqua Sant’Anna: avete in gioco la vostra reputazione di azienda “green” con annessi miglioramenti della logistica e delle consegne del vostro prodotto: una presa di posizione in nome della “responsabilità sociale di impresa” da parte del suo amministratore delegato Alberto Bertone è, a questo punto, non solo attesa, ma doverosa.
2) Alle varie associazioni provinciali della categoria degli autotrasportatori (F.I.A., Confe.tra, As.tra.), che ho sentito ampiamente discordanti nei loro obiettivi di viabilità durante la trasmissione online “Quarta parete” di qualche giorno fa: dovreste fare sentire la vostra voce, rammentate che ne va anche della sicurezza sul lavoro (argomento assai di rilievo attuale) dei vostri autisti che fanno una vita di inferno ad attraversare i centri di Demonte e Aisone.
Infine occorre realismo: sono il primo a desiderare un traffico spostato su rotaia, specialmente in valle, ma ci si deve rendere conto che il traffico su gomma attuale significa tanto lavoro per autisti (partite iva), per l’indotto (meccanici, gommisti, distributori di carburanti ecc.), tasse sul lavoro, tasse e accise sui carburanti ecc. E il traffico su rotaia, a sentire gli imprenditori, non è flessibile, ne conveniente. Come è pure improbabile pretendere il trasferimento di uno stabilimento di imbottigliamento (tra l’altro giacente, in parte, in area golenale!) ormai divenuto così grande a inizio della valle.
I politici locali devono darsi una mossa!
Cordialmente,
Dottor Ezio Barp, presidente dell'Albo Provinciale Tecnici della Prevenzione