Chiudere il carcere di Cuneo, a fronte delle violenze di cui sono accusati sia gli agenti implicati nell’inchiesta sulle presunte torture, sia i detenuti protagonisti di svariate aggressioni denunciate nell’ultimo periodo. Una proposta estrema che arriva dai Radicali, nelle persone di Filippo Blengino e Alice Depetro, rispettivamente tesoriere e membro della direzione nazionale del partito.
“Quello che avviene al carcere di Cuneo è uno scenario da film horror: olio bollente, uso di taser, devastazioni, violenze, torture diffuse” dicono Blengino e Depetro, alludendo alle rivelazioni su quanto dichiarato ai magistrati da dieci detenuti, presunti vittime della “spedizione punitiva” di giugno 2023 e di vari pestaggi che si sarebbero verificati nel biennio precedente. “Se quanto pubblicato in queste ore fosse confermato - continuano i Radicali - e se (il condizionale per noi garantisti e d’obbligo) gli agenti indagati si fossero davvero macchiati di crimini così gravi, ci troveremmo di fronte all’ennesimo caso di violenza e di violazione dei diritti umani intollerabile per uno Stato che si definisce di diritto”.
Il carcere di Cuneo è fuori controllo, insistono Blengino e Depetro: “Tra continue denunce di torture e di aggressioni al personale, assistiamo al totale fallimento di un Paese che abbandona detenuti e detenenti, preferendo prendere (o meglio, perdere) tempo in attesa di una seria riforma carceraria, che però non arriva mai. C’è solo una soluzione di fronte ad una situazione del genere: chiudere il Cerialdo e, soprattutto, incardinare riforme che passino per l’amnistia e l’indulto, per le case di reinserimento sociale e per la depenalizzazione di alcuni reati. Finché il carcere non diventerà l’extrema ratio e non sarà fulcro di rieducazione e lotta alla marginalità, non potrà che continuare a sfornare violenza e nuovi crimini”.