CARAGLIO - 'Vogliamo regole semplici, così è impossibile lavorare': la protesta del titolare di 'Gelapajo'

Roberto Bruno, proprietario della gelateria di Vallera di Caraglio, ha manifestato il suo sconforto in due video su Facebook: 'Finora per la ristorazione solo direttive impossibili da seguire'

a.d. 09/05/2020 16:26

Sì a regole semplici, basta carta. Non possiamo lavorare così!”. E’ lo “slogan” lanciato da Roberto Bruno, per tutti “Pajo”, titolare della gelateria “Gelapajo” di Vallera di Caraglio, che in due video pubblicati sulla pagina Facebook del suo locale ha espresso tutto lo sconforto per la situazione del mondo della ristorazione nella "fase 2" dell'emergenza Coronavirus. Nelle immagini Bruno si trova di fronte alla sua gelateria e per protesta, simbolicamente, appende ad una parete decine di fogli sui quali sono stampati gli ultimi provvedimenti del Governo e le direttive per la parziale riapertura delle attività: “Sono cinquanta decreti, come si fa a lavorare così? Questa non è una riapertura, ma una finta riapertura”. C’è anche un tavolo in cui i due posti a sedere sono separati da un pannello di plexiglas, possibile soluzione anti contagio di cui si è parlato nelle ultime settimane.
 
Non ci sono le condizioni per lavorare in serenità, - spiega il titolare di “Gelapajo” - certe regole sono impossibili da seguire. Ci sentiamo un po’ scarichi in questo momento, non possiamo pensare di ricevere i nostri clienti vestiti come se fossimo in una sala operatoria. Ci chiedono cose che non possiamo rispettare: dovremmo chiedere lo stato di famiglia ai clienti per capire se sono parenti o semplici amici?”.
 
Nel secondo video, pubblicato oggi, sabato 9 maggio, “Pajo” ha lanciato anche due hashtag per la sua campagna di protesta: #nonpossiamolavorarecosì e #vogliamolavorareconserenità.
 
Nonostante sia consentito, il locale di Vallera di Caraglio non ha attivato il “take away”: “Non facciamo il servizio da asporto perché non ci sentiamo tranquilli, non ci sono i presupposti, non vogliamo rischiare di creare assembramenti. Continueremo con il servizio a domicilio”.
 
Al muro appese anche alcune mutande bianche: “Ecco come siamo in questo momento noi ristoratori, in mutande. Vogliamo regole semplici per ripartire, finora ci hanno dato direttive impossibili da seguire, utili solo a farci multe”. 

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