Volano i valori del burro che ha toccato a livello europeo i 4,80 euro al chilo con un progresso del 10,47% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un trend accompagnato anche da un aumento del 12,5% della spesa delle famiglie. L’ultima quotazione del 9 aprile della Borsa merci di Milano, principale piazza di riferimento nazionale del settore, mostra ancora l’aumento dell’1,11% rispetto alla settimana precedente.
Il dato trova conferma nelle rilevazioni della Borsa Merci di Cuneo, che si attesta sui valori vicini a quelli comunitari e nazionali con un 4,50 euro al kg ed un aumento del 28,5% rispetto alle rilevazioni fatte l’anno scorso nello stesso periodo, in cui il valore era di 3,50 euro al kg.
“A fronte di queste rilevazioni, è inammissibile l’azione del mondo industriale di ribassare il prezzo del latte facendo credere che sia dovuto ad un andamento negativo del mercato – commentano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo –. Si tratta solo di una scorrettezza che le industrie e le multinazionali stanno attuando nei confronti degli allevatori variando in modo unilaterale i contratti in essere o rescindendoli prima dei 12 mesi previsti dalla legge. Il burro, oltretutto, è particolarmente utilizzato dall’agroindustria per la preparazione di prodotti da forno e di quelli dolciari ed il suo riposizionamento è sicuramente dovuto all’entrata in vigore, nell’ottobre 2017, dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza per il latte Uht e tutti i suoi derivati, a garanzia della salute dei consumatori. E’ ora, quindi, di mettere fine a questa confusione che l’industria sta creando, speculando al ribasso sul prezzo del latte e mettendo a rischio il comparto lattiero-caseario, fondamentale per la nostra economia”.