Proseguono i malumori degli allevatori di Razza Piemontese dopo la manifestazione dello scorso mercoledì a Carrù, davanti alla sede del Coalvi, il Consorzio di Tutela. Ieri si è svolta un’altra protesta davanti alla sede dell’Anaborapi (Associazione nazionale allevatori bovini di razza piemontese), sempre a Carrù, in occasione del Consiglio direttivo. Sono state raccolte numerose firme su una lettera scritta dagli allevatori in cui sono espresse le critiche verso la gestione dell’Associazione.
In particolare, è messa in discussione l’autonomia della gestione dell’Anaborapi, che diventando un ente di primo grado mette i soci a riferimento diretto del sistema. Gli imprenditori ritengono comunque che Anaborapi abbia lavorato bene negli ultimi anni riguardo la selezione di razza ed è per questo che manifestano l’insoddisfazione nelle azioni della gestione del Comitato direttivo in seno alla rappresentanza di una sola forza sindacale.
Commenta Gian Piero Ameglio, rappresentante Cia regionale all’interno del Consiglio direttivo Anaborapi: "Ritengo che le azioni e le metodologie adottate dal Consiglio non siano rappresentative della maggioranza degli allevatori di razza, avulsi da questi giochi secondari, e auspico che si lavori a garanzia del sistema di selezione, e non di appartenenza". I bovini di razza Piemontese hanno visto un calo del prezzo riconosciuto alla stalla per alcune categorie (maschi) di oltre il 25% nell’ultimo anno.
Tra i temi principali della protesta vi è l’iscrizione a Federana, Federazione nazionale con sede a Roma, nonostante durante le assemblee precedenti l’ultima, si fosse deliberata la volontà di non iscriversi a enti terzi. Tale iscrizione sottrarrebbe risorse all’associazione, frutto di una gestione importante, e utili per la selezione, versati ad un ente di cui non si comprende lo scopo.