Dopo il voto del Consiglio regionale la fossanese Anna Mantini torna a ricoprire il ruolo di consigliera di Parità della Regione Piemonte. L’avvocatessa 75enne, esponente della Lega, aveva già rivestito la carica tra il 2001 e il 2005 per la Regione e dal 2006 al 2011 nell’ambito della Provincia di Cuneo.
Mantini ha ringraziato l’assemblea e il suo presidente Stefano Allasia per “un voto di fiducia sull'impegno e sulla passione nei confronti di temi sui quali, nel corso della mia lunga attività sociale e politica, ho sempre ricercato il massimo della condivisione sulle attività da realizzare”. La neonominata si è detta inoltre onorata di poter tornare a ricoprire il ruolo “i cui compiti e responsabilità si caricano di un significato ancora più forte e specifico in questa fase segnata da una doppia tragica emergenza: quella sanitaria, che diventa anche economica e lavorativa, e quella della recrudescenza delle violenze domestiche che il lungo periodo della quarantena ha fatto ulteriormente affiorare in tutta la loro gravità”.
La piaga vasta e profonda del coronavirus, osserva Mantini, ha drammaticamente aggravato ferite già aperte prima: il divario di genere nelle condizioni del trattamento economico e e le tensioni sociali tradottesi in un aumento delle tragedie dentro e fuori dalle mura di casa con donne e bambini colpiti in maggior misura. Da questo punto di vista lo smart working “è una soluzione solo parziale e da conciliare con la tutela delle attività commerciali e dei pubblici esercizi dove la quota femminile occupata è molto importante”.
Nell’ambito delle funzioni affidate al ruolo della consigliera, l’ex assessore provinciale annuncia: “Avvierò da subito tutte le necessarie consultazioni con gli enti provinciali e comunali e con gli uffici regionali e provinciali del lavoro, per verificare la reale portata dell'impatto del Covid sull'occupazione generale e femminile e promuovere fin da adesso, d'intesa con Consiglio e Giunta della Regione Piemonte, progetti e azioni suscettibili di ottenere il sostegno dei fondi sia ordinari che straordinari previsti da enti pubblici, nazionali ed europei, e dai settori bancario e delle fondazioni. Perché le pari opportunità si raggiungono, mai come oggi, cogliendo tutte le opportunità”.