Riceviamo e pubblichiamo:
Il progetto del bitumificio pareva non esserci ed invece eccolo qui. Dal 7 di marzo all’albo pretorio del Comune e della Provincia di Cuneo (predisposto chissà da quanto tempo). Sfogliando l’articolo pubblicato sul Vagienna (mese di marzo) scritto da Itinera che parla esclusivamente tramite i giornali con l’intento di rassicurare i cittadini benesi, si evince che non mostra incertezze su ciò che prevede di fare nella città augustea. Certo, come ha sostenuto il dott. Grechi nella serata pubblica del 26 febbraio, ad Itinera sono state aperte tutte le porte e steso un tappeto rosso. In presenza di consapevolezza su ciò che significa tutelare i cittadini, non pensando solo all’impatto economico ma soprattutto a quello della salute pubblica, paesaggistico ed ambientale, si sarebbero fatte altre scelte, dicendo un semplice “no”.
La valutazione complessiva di un qualsiasi nuovo progetto di insediamento industriale, prima che dalla conferenza dei servizi, dovrebbe essere espressa da chi conosce il territorio, l’ambiente, la distribuzione residenziale dei cittadini, le risorse, i limiti; in altre parole da chi conosce il senso del luogo in cui il progetto intende svilupparsi. Insediarsi a 300 metri dal casello autostradale non è il parametro numerico rientrante nelle normative, se a quegli stessi 300 metri dal casello, nella stessa area, risiede un’intera borgata di cittadini che rendono quantomeno inadatto il senso di un sito industriale insalubre di I classe!
Come si fa a sentirsi rassicurati quando nella prima riunione con i cittadini del Buretto alto al 10 luglio i camion che transitavano sarebbero stati 25 al giorno; nella seconda riunione del 27 settembre erano solo più 15 mentre nell’articolo del Vagienna di marzo si parla di 1600 passaggi all’anno? Nei documenti presentati in Provincia si parla di un traffico di 3000 ed in un’altra stima di 3200 bilici all’anno in entrata da raddoppiare, perché dovranno pur uscire, ne consegue che solo per il fresato (97.000 t/a di produzione sono all’incirca 4000/4500 bilici in entrata ed altrettanti in uscita, per un totale di 8000/9000; ai quali vanno aggiunti quelli per l’acquisizione degli inerti (50%) quindi altrettanti inoltre quelli per l’approvvigionamento del bitume, dell’emulsione, del LNG del gasolio per autotrazione dello smaltimento acque. In totale quindi sono almeno 15000 mezzi all’anno. Ciò significa che transiterà un camion ogni 10 minuti in entrata o in uscita. Nella riunione di luglio, si era parlato di un solo turno diurno dalle 7 alle 17 e, in quella di settembre, i turni sono diventati non solo diurni ma anche notturni.
Per non parlare delle barriere fonoassorbenti che prima raggiungevano un’altezza complessiva (comprese le collinette su cui saranno sormontate) di 5 metri. Ora dal progetto si evince che l’altezza da terra raggiungerà i 9 metri. Si legge che le migliori tecnologie utilizzate tuteleranno la salute di chi lavora nel sito (quante risorse umane saranno concretamente reclutate e a tempo indeterminato tra la popolazione benese?) e di chi risiede nelle aree circostanti. E le restanti aree confinanti su cui voleranno le polveri sottili? Avevamo un luogo, un’intera collina, immersa nella natura con flora e fauna che saranno azzerate dall’asfalto che la ricoprirà. Una collina sul punto più alto di Bene Vagienna con vista mozzafiato sulle Langhe, sulle Alpi e sul Monviso, completamente devastata e sventrata dai lavori di una semplice C.I.L.A! In questo territorio in cui si intende insediare un impianto di produzione asfalto è natura, storia, arte, cultura, umanità con un’immagine turistica rilevante in Provincia ed in Regione: ha davvero l’esigenza di un insediamento industriale di tale portata?
Però, ahimè, in base al “risultato di un’attenta valutazione strategica” la “nostra” collina è “in una posizione baricentrica rispetto alla A33, alla A6 e vicina al casello di Fossano”. Anche l’impianto già costruito a Castelletto Stura era baricentrico, con addirittura l’uscita diretta sulla A6, perché è stato dismesso? L’attuale zona industriale oltre a essere situata in un posto panoramico si trova a ridosso di un’intera frazione e zona residenziale (ben 60 case). La “nostra” collina verrà sostituita da una “cintura verde che mitigherà l’inserimento dell’impianto e si integrerà armoniosamente nel territorio circostante”. Chissà perché ci vengono in mente quelle inserzioni pubblicitarie di B and B o agriturismi che dalle foto e dalle descrizioni ti sembrano paradisi terrestri e poi, quando arrivi sul posto... che delusione!
Però dovrebbe consolare il fatto che “l’asfalto prodotto non sarà destinato soltanto alle autostrade, ma messo a disposizione a pagamento anche del territorio per manutenzione di strade, parcheggi e piste ciclopedonali. Ma non è il Comune che dovrebbe provvedere a questo? Ci viene altresì detto che “l’impianto rappresenterà un volano economico per il territorio che registrerà un impatto positivo sull’indotto economico locale anche a vantaggio di bar, ristoranti e strutture ricettive soprattutto per le trasferte dei lavoratori” (che quindi non saranno del territorio...).
Chissà... magari riaprirà l’Hotel Augusta che peraltro pare proprio non aver chiuso i battenti, com’è stato sostenuto pubblicamente sui giornali, a causa del contratto delle maestranze venuto meno, ma per altri problemi che nulla hanno a che fare con questo. Si è trattato del dichiarato fallimento a giugno 2014 dell’intero gruppo Marachella a cui facevano capo 7 alberghi in Piemonte, 10 ristoranti ed impianti sportivi a Garessio e Lurisia a fronte di un debito complessivo di 31 milioni di euro. Ci si preoccupa dell’impatto economico... di quello ambientale non se ne parla e la salute non è nemmeno menzionata.
Può darsi, a livello di pura ipotesi, che questo impianto condizionerà la vocazione storica, artistica, archeologica e turistica di Bene Vagienna. Chissà se le persone che arrivavano da lontano ai mercatini dell’antiquariato avranno ancora voglia di venirci, con l’impatto del bitumificio all’uscita della A6 e all’ingresso di Bene Vagienna? Il sindaco, nella conferenza dei servizi di settembre, aveva espresso tale motivazione riguardo all’impianto fotovoltaico che potrebbe essere insediato proprio di fronte all’impianto Itinera... ma che diversità c’è dall’impatto di un fotovoltaico ad un impianto di bitume? Senza ombra di dubbio… è peggiore il secondo!
Senza prendere in considerazione che se in zona Buretto si contano tali impatti... si va dalla Tercom, alla S. Carlo, alla discarica di Salmour, agli impianti fotovoltaici già presenti a quelli di futura installazione. Ci pare di aver già dato. Vorrà dire che Bene Vagienna sarà citata non più come il paese dei resti romani di Roncaglia o come il paese dove è vissuta la Beata Paola, alle porte delle Langhe, ma come “il paese del bitume” ed il territorio circostante come “la terra dei fuochi”.
Comitato per il Bene Comune